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Giustizia, Scarpinato (M5s) a Fanpage: “Governo vuole controllare magistratura e cancellare dissenso”

Roberto Scarpinato, ex magistrato e senatore del Movimento 5 stelle, ha risposto alle domande di Fanpage.it sul governo Meloni e il suo approccio alla giustizia. Il rischio è che si crei un “sistema penale oligarchico e classista”.
A cura di Luca Pons
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Nell'ultimo anno, il governo Meloni ha varato misure – soprattutto in tema di giustizia – che mirano a un accentramento dei poteri nelle mani dell'esecutivo. Lo ha detto Roberto Scarpinato, ex magistrato e senatore del Movimento 5 stelle, in un'intervista a Fanpage.it in cui ha ripercorso i punti più importanti degli ultimi dodici mesi. Quelli che secondo lui mostrano "un disegno organico e complessivo di costruzione di un sistema penale oligarchico e classista", che vuole usare "pugno di ferro per i delitti della gente comune, e guanti di velluto per i reati dei colletti bianchi". Dall'abolizione del reato di abuso d'ufficio alla riforma delle intercettazioni, fino alle intenzioni di modifica della Costituzione. E sul caso della giudice Apostolico "sarà il caso di promuovere un'inchiesta all'interno del Copasir", se dovesse emergere che c'è un "dossieraggio nei confronti dei giudici".

L'atto "di battesimo di questo governo", ha ricordato Scarpinato, "è stato il cosiddetto decreto Rave, che introduceva un reato per coloro che organizzano delle feste musicali abusivamente". Ma questo di fatto "era strutturato in modo tale da poter trasformarsi in un manganello giudiziario: con arresti di massa, con intercettazioni mediante trojan, con misure di prevenzione di carattere mafioso nei confronti di tutti quelli che organizzavano manifestazioni di dissenso, anche politico, nelle università e nelle piazze nei confronti del governo". Nel corso dell'iter della legge poi il governo "è stato costretto a ridimensionarlo perché chiaramente diventava una norma liberticida".

Poco dopo è arrivata l'altra parte del sistema, i "guanti di velluto". Il tema è quello della corruzione: "Hanno previsto che anche i condannati con sentenza definitiva per reati di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione (le cosiddette cricche, i comitati di affari, razziatrici di risorse pubbliche di milioni di euro) possono accedere ai benefici penitenziari – quindi non andare in carcere – anche se non collaborano. Anche se non denunciano i loro complici, anche se non rivelano dove hanno nascosto il patrimonio occulto".

Abuso d'ufficio: "Il governo legalizza l'uso padronale del potere"

Scarpinato ha commentato l'abolizione del reato di abuso d'ufficio, richiesta dal centrodestra ma anche dal centro e da esponenti delle opposizioni: "Tra il 1997 e il 2020 sono state emesse 3.600 sentenze di condanna definitiva per casi di abuso d'ufficio. È un campionario di orrori, di strumentalizzazione del potere pubblico per finalità affaristiche, nepotistiche, clientelari".

Con la riforma "per tutte queste persone che hanno abusato del loro potere, violentando il loro ufficio pubblico, la condanna dovrà essere cancellata. E questo Stato dovrà chiedere loro scusa. E per il futuro legalizziamo l'abuso d’ufficio, e quindi l’uso padronale, clientelare del potere". Questo avverrà "anche nel caso in cui esista un interesse privato in atto d’ufficio e ci sia un conflitto di interesse", perché già nel 2020 "il reato è stato cambiato, prevedendo che esista solo se c'è un interesse privato e un conflitto d'interesse, o nel caso in cui si viola una norma che stabilisce un comportamento specifico, determinato dal legislatore".

Intercettazioni: "Unico strumento per reati di corruzione, dove omertà è più forte che tra mafiosi"

C'è poi il tema delle intercettazioni, modificato con il decreto Giustizia: per l'ex magistrato il governo ha un "chiodo fisso", cioè che "i reati di corruzione non sono reati gravi. Lo dicono espressamente", nonostante "l'Unione europea a maggio del 2023 abbia stabilito con una delibera che i reati di corruzione come reati gravi, così come ha fatto la convenzione Onu sul tema". Invece "in Italia no" e questo ha delle conseguenze: "Solo per i reati gravi si possono fare determinate intercettazioni. Quindi, declassando la corruzione a reato non grave, non si possono fare certi arresti, non si possono fare intercettazioni".

Secondo Scarpinato, il motivo è che "nei reati di corruzione l’omertà dei colletti bianchi è più ferrea di quella dei mafiosi. Loro non si accusano, testi non se ne trovano perché hanno paura, sono specialisti delle carte a posto – cioè i documenti sono sempre a posto – l'unica cosa che temono sono le microspie delle intercettazioni. E quindi la battaglia è per eliminare questo strumento, che evidentemente è quello che li coglie con le mani nel sacco".

I partiti del centrodestra "vengono da culture politiche anticostituzionali"

Allargando il discorso, il senatore del M5s ha spiegato perché secondo lui il governo Meloni è un ‘nemico' della Costituzione italiana: "Le forze di maggioranza sono eredi di forze politiche che hanno sempre vissuto la Costituzione come un corpo estraneo, non l'hanno mai accettata e l'hanno subita. Mi riferisco ai neofascisti, cioè i reduci della Repubblica di Salò o del fascismo. In passato i neofascisti hanno tentato di abbattere la Costituzione instaurando una Repubblica presidenziale con colpi di Stato e stragi. Uno dei protagonisti di questa stagione di cultura anticostituzionale è stato Pino Rauti, che Giorgia Meloni ha messo nel suo Empireo, nel suo album di figure di riferimento".

Per quanto riguarda Forza Italia, "è stata fondata da Berlusconi che aveva una concezione padronale del potere pubblico, che è entrato in politica per difendere le sue aziende e che definiva la Costituzione vecchia, comunista, arretrata". La Lega invece "non solo è lontana dalla Costituzione ma addirittura è quasi anti risorgimentale, perché con l’autonomia differenziale vuole la balcanizzazione d’Italia". Nel complesso, queste forze politiche con "una cultura politica anti-costituzionale o a-costituzionale" vogliono "un governo che ha l’iniziativa legislativa, che controlla il potere esecutivo, che controlla i servizi segreti, che controlla la Rai".

"La democrazia è a rischio, i colpi di Stato non si fanno più con i carri armati"

La soluzione del governo sarebbe "risolvere il problema una volta per tutte cambiando la Costituzione. Per esempio vogliono cambiare la composizione del Consiglio superiore della magistratura, l'organo dell’autogoverno, che attualmente è composto per due terzi da magistrati e per un terzo di politici. Vogliono portare le quote dei politici al 50%. Perché? Per aumentare l'influenza dei politici sulla magistratura". E poi ancora: cambiare l'articolo della Costituzione che prevede che l'azione penale sia obbligatoria, "in modo che sia la politica a decidere quali processi si possono fare e quali no", e infine "vogliono separare la carriera del giudice da quella del pubblico ministero, in modo da rimettere il pm alle dipendenze del ministro della Giustizia. Un quadro perfetto".

Perciò "siamo in una fase molto critica della democrazia e siamo a rischio. Dopo la caduta del Muro di Berlino i colpi di Stato non si fanno più con i carro armati, vengono fatti da leader che sono eletti democraticamente e una volta che sono eletti cominciano a fare delle leggi che cambiano l'ordinamento". In casi simili, "la prima cosa che fanno è abolire la divisione e il bilanciamento dei poteri e concentrare tutti i poteri, il potere esecutivo, legislativo e giudiziario in una piramide al vertice. Mettere sotto controllo la magistratura, la libera stampa, chiudere tutte le voci di dissenso. Così hanno fatto in Polonia, così stanno facendo in Ungheria, così sta facendo in modo sofisticato anche questo governo". Secondo Scarpinato "l’Italia rischia di diventare un laboratorio europeo della nuova democratura, cioè della democrazia che degenera in una oligarchia verticistica e censitaria".

Caso Apostolico: "Se c'è dossieraggio di giudici dovrà intervenire il Copasir"

Infine il senatore ha commentato il caso della giudice Iolanda Apostolico, attaccata dal governo Meloni per una sentenza relativa alla detenzione di alcune persone migranti in un Cpr: "Secondo me non è un caso, perché oltre al giudice Apostolico, altri giudici a Catania e in Italia stanno adottando gli stessi provvedimenti. Il che significa che non è legato alla persona e alle sue idee, perché altrimenti non ci sarebbero altri giudici".

Tuttavia il governo "invece di limitarsi a impugnare le sentenze ha attaccato direttamente le persone, facendo un dossieraggio sulla vita privata di giudici, cercando indietro negli anni, andando a trovare delle cose che non so come abbiano fatto a trovare". Il sospetto "è che ci sia una centrale di dossieraggio", perché i giudici che adottano provvedimenti contrari alle linee del governo "devono avere il segnale che se tu lo fai subisci un procedimento disciplinare, ti fanno una richiesta di trasferimento, addirittura chiedono le dimissioni. Questo è il clima".

Per quanto riguarda l'origine del video della giudice Apostolico, fatto circolare dalla Lega ma risalente a cinque anni fa, non è ancora chiaro da dove sia emerso: "È inquietante che Salvini, nonostante sia stato più volte richiesto, si rifiuta ancora oggi di dire chi ha consegnato quei filmati e dove ha acquisito quelle notizie. Se non ha niente da nascondere perché non lo dice?".

Scarpinato fa anche parte del Copasir, l'organo parlamentare che gestisce i rapporti con i servizi segreti e in materia di sicurezza: "Siccome in passato ci sono stati dei casi come il famoso agente dei servizi segreti Pio Pompa, che faceva proprio dossieraggio sui magistrati sgraditi al governo del tempo [nel 2017 Pompa è stato assolto in appello dall'accusa di diffusione di documenti contenenti notizie concernenti la sicurezza dello Stato perché il fatto non costituiva reato, ndr], non vorrei che si fosse aperto un nuovo filone di dossieraggio. E se questo dovesse proseguire, allora forse sarà il caso di promuovere un'inchiesta all'interno del Copasir".

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