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Boldrini a Fanpage: “Guerra atomica sarebbe la fine dell’umanità, torniamo a discutere di disarmo nucleare”

Oggi si celebra la Giornata internazionale contro le armi nucleari. “Tutti dobbiamo fare molto di più per sensibilizzare le persone sul disarmo nucleare. Si sottovaluta veramente che stiamo seduti su una polveriera e che se scoppiasse una guerra nucleare non ci sarebbe una seconda chance, ma la fine dell’umanità”, dice Laura Boldrini in un’intervista con Fanpage.it.
A cura di Annalisa Girardi
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Quest'anno la Giornata internazionale contro le armi nucleari arriva a un mese dall'uscita di "Oppenheimer", di Christopher Nolan. Un film che ha contribuito ad alimentare il dibattito sulla bomba atomica e sulla necessità di parlare seriamente di disarmo. "È un bellissimo film, sia dal punto di vista tecnico che da quello tematico: racconta ciò che ha significato per questi fisici e scienziati lavorare al Progetto Manhattan e arrivare a un'arma così letale. Sono interessanti i i dubbi e gli incubi di Oppenheimer, il fatto che ci fosse anche un dibattito in questo gruppo, anche se alla fine ha prevalso la ricerca e il raggiungimento del risultato", dice Laura Boldrini in un'intervista con Fanpage.it.

"Oppenheimer era sicuro che quell'arma letale avesse poi una funzione di deterrenza, che non si sarebbe mai più usata e nessuno Stato avrebbe mai più voluto ripetere quell'esercizio della ricerca sull'atomico. Ma si sbaglio, dopo la bomba atomica si passò a quella all'idrogeno. E oggi ben nove Paesi hanno armi nucleari di ultima generazione", prosegue la deputata del Partito democratico, sottolineando che anche se non ci sia ancora mai stata una guerra nucleare, la teoria della deterrenza oggi mostri tutte le sue falle. "Io sono stato a Hiroshima recentemente e ho parlato con gli Hibakusha (i sopravvissuti ai bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, ndr). Sono persone molto anziane oggi, che erano veramente preoccupate: perché oggi come mai in passato c'è chi minaccia di usare l'arma nucleare. Speravamo che il G7 riunito appunto a Hiroshima, avrebbero dato peso a questo tema, che era all'ordine del giorno. E invece, purtroppo, non sono neanche arrivati a condannare la minaccia dell'uso delle armi nucleari. E non c'è stato un impegno serio su questo punto", continua Boldrini.

Resta però difficile parlare seriamente di armi nucleari e di disarmo quando, anche a causa del contesto geopolitico attuale, i governi hanno intrapreso una corsa al riarmo. Secondo Boldrini una delle conseguenze più pericolose della guerra scatenata dalla Russia in Ucraina è proprio quella di aver indotto gli Stati europei a "dare la precedenza al riarmo degli eserciti nazionali anziché procedere sul cammino della Difesa comune europea". L'ex presidente della Camera cita quindi l'esempio tedesco, cioè quello di un Stato che negli ultimi decenni non investiva molto in armi, ma che ha recentemente approvato un piano da 100 miliardi in materiale militare. "Questo deve fare riflettere, anche se va detto che il cancelliere Scholz ultimamente ha sollecitato un'apertura di un dibattito approfondito sul disarmo nucleare, non solo tra Russia e Stati Uniti, ma aperto anche ad altri Paesi, inclusa la Cina. Oggi noi abbiamo il Trattato per la non proliferazione delle armi nucleari, ma quel trattato è un binario morto", afferma la deputata dem.

Secondo cui il discorso oggi va fatto nell'ambito del Trattato per l'abolizione delle armi nucleari, ratificato da moltissimi Paesi nel 2017 grazie alla campagna Ican, cioè la Campagna internazionale per l'abolizione delle armi nucleari che in Italia è rappresentata dalla Rete Pace e Disarmo e dal network Senzatomica. Cinque anni fa, proprio per l'impegno verso un mondo libero dalle armi nucleari, Ican vinse il premio Nobel per la pace: "Hanno trasformato un sogno in realtà, perché quel Trattato è stato adottato dalle Nazioni Unite. In quella cornice oggi va ripreso urgentemente il dibattito. Bisogna distruggere l'arma nucleare prima che questa distrugga l'umanità".

A Novembre 2023 ci sarà la seconda Conferenza di questo Trattato, a New York. E Boldrini parteciperà, così come fu presente alla prima Conferenza, tenutasi a Vienna nel 2022. In quell'occasione diversi Paesi Nato europei, pur non essendo parte del Trattato, parteciparono ai lavori come Paesi osservatori. Ma l'Italia, nonostante una risoluzione approvata a larga maggioranza in Parlamento, non inviò osservatori. "Quando sono rientrata dal Giappone sono tornata alla carica – racconta Boldrini – ho rifatto una risoluzione (appunto per inviare un osservatore alla Conferenza di New York) e questa volta sia maggioranza che opposizione l'hanno votata. Inoltre chiedo di mettere la questione del disarmo nucleare nei punti prioritari della presidenza italiana del G7. Alla Camera abbiamo formato un intergruppo: tutti dobbiamo fare molto di più per sensibilizzare l'opinione pubblica e per rendere le persone più consapevoli dei rischi. Si sottovaluta veramente che stiamo seduti su una polveriera e non c'è una seconda chance".

L'Italia non possiede armi nucleari, ma ospita sul suo territorio – nelle basi militari di Aviano e Ghedi – alcune testate nucleari statunitensi. "Ho fatto un'interrogazione parlamentare anche su questo. Parliamo delle bombe B61-12, che sono di ultima generazione e molto più potenti di quelle sganciate a Hiroshima e Nagasaki. Potrebbero uccidere fino a un milione di persone. Una guerra nucleare con queste armi sarebbe ingestibile, sarebbe la fine dell'umanità", conclude Boldrini.

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