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“Lampedusa è carcere a cielo aperto, governo non pensi di usarci come arma di ricatto in Europa”

Lampedusa sta diventando un carcere a cielo aperto. Così descrive la situazione attuale di Lampedusa l’ex sindaca Giusi Nicolini. Che avverte il governo: “Non si mettano in testa di usare Lampedusa per tenere prigioniere le persone e poi usarle come arma di ricatto in Europa”.
A cura di Redazione
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di Antonio Musella e Annalisa Girardi

Quanto accaduto in questi giorni a Lampedusa si poteva evitare. Lo ribadisce l'ex sindaca di Lampedusa, intercettata sull'isola dai microfoni di Fanpage.it. Le grandi navi della Guardia costiera avrebbero dovuto essere mandate al largo, invece di attendere che tutte queste persone arrivassero direttamente sull'isola, in modo da portare i naufraghi soccorsi nei porti della Sicilia e della Calabria, in grado di organizzare l'accoglienza: è questo il ragionamento che ripete Giusi Nicolini.

"Lampedusa ha dato in questi giorni grande prova della sua umanità – ci dice – ci sono file davanti alla parrocchia e le persone vengono sfamate dagli abitanti, perché nessuno ha organizzato una distribuzione razionale di cibo e acqua. Questo dimostra quanto i lampedusani siano accoglienti. Ma non si possono concentrare qui 11 mila persone in pochi giorni, perché è ovvio che poi l'isola si trasforma in un carcere a cielo aperto".

Per Nicolini non solo il governo  ha lasciato accadere una situazione che era prevedibile, ma ora non si starebbe nemmeno facendo carico di quanto sta accadendo nell'isola, dove spesso sono gli abitanti a sfamare i richiedenti asilo arrivati: "Questa è un'isola di confine e come tale, come tutti gli altri luoghi di confine, deve ancora riscattare quello che sembra un destino. Ma questo non giustifica l'assenza del governo in questo momento, il fatto che il governo non abbia previsto che gli sbarchi sarebbero cresciuti in maniera esponenziale. La situazione di destabilizzazione del Nordafrica è a tutti evidente. L'unico modo per bypassare Lampedusa è andare innanzitutto a soccorrerli più a Sud dell'isola con grandi navi della Marina Militare, replicando l'azione del programma di Mare Nostrum che fu lanciato dopo il naufragio del 3 ottobre".

C'è una grande emergenza umanitaria, sottolinea l'ex sindaca: "Giorgia Meloni dovrebbe chiedere scusa a quest'isola, lei e il ministro Piantedosi dovrebbero chiedere scusa a Lampedusa. Non solo per quello che sta succedendo ora, ma anche per quello che le destre hanno sempre perpetrato nei confronti di quest'isola".

Nicolini aggiunge anche che questi per l'Italia non siano di per sé numeri emergenziali, ma che lo diventano in un'isola di appena 20 chilometri quadrati : "Non sono numeri emergenziali. 11 mila persone sbarcate a Lampedusa in quattro giorni rappresentano l'icona dell'invasione. Ma 11 mila persone da distribuire in Italia sono una sciocchezza. E il fatto che per queste 11 mila persone si invochi l'Europa e si continui a usare questa retorica della mancanza della solidarietà europea è una vergogna. Dov'è l'Italia, piuttosto? Io a Lampedusa mi chiedo dove sia l’Italia".

L'ex sindaca lancia un avvertimento: "Non si mettano in testa di usare Lampedusa per tenere prigioniere le persone, come è stato fatto con la nave Diciotti in mare, per poi usarle come arma di ricatto verso l'Europa. Lampedusa non può essere arma di ricatto verso l'Europa".

Oggi sull'isola si sono innescate le proteste di diversi cittadini, che accusavano lo Stato di non preoccuparsi della situazione nell'isola. Gli abitanti si sono dati da fare per dare una mano, procurando in prima persona cibo e acqua per i richiedenti asilo. Ma a loro, hanno sottolineato, non ha pensato nessuno.

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