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Roberto Saviano racconta il suo programma cancellato dalla Rai: “Ecco cosa non vi faranno vedere”

Roberto Saviano racconta in video con Fanpage.it cosa avrebbe raccontato nelle puntate della nuova stagione di Insider cancellate dalla Rai. E spiega la ragione per cui, secondo lui, i vertici del servizio pubblico avrebbero deciso di togliere la trasmissione dai palinsesti.
A cura di Annalisa Girardi
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Dalla storia di don Peppe Diana alla la testimonianza del pentito Antonino Patti, dai racconti di Rosaria Capacchione ed Enzo Palmesano a quello di Rosa Di Fiore: sarebbero stati questi i protagonisti della nuova stagione di Insider, cancellata poi dalla Rai. In un video per Fanpage.it, Roberto Saviano ripercorre queste quattro puntate e tutto ciò che avrebbe raccontato se la sua trasmissione, già registrata, non fosse stata tolta dai palinsesti.

"La seconda stagione di Insider non la vedrete mai, perché la Rai l'ha tolta dai palinsesti senza alcun motivo", afferma lo scrittore. Per poi raccontare la prima puntata, quella dedicata al sacerdote antimafia ucciso a Casal di Principe, don Peppe Diana.

La prima puntata di Insider: don Peppe Diana

Una puntata conteneva l'intervista alla sorella, Marisa Diana, e a Renato Natale, il sindaco di Casal di Principe e amico di don Peppe. E anche quella al fotografo Augusto Di Meo, testimone dell'omicidio. Saviano racconta:

Quando è arrivato in chiesa, il killer di don Peppe ha chiesto chi fosse il sacerdote, essendo presente anche Di Meo. Quando don Peppe risponde, pensando che fosse un fedele, il killer gli scarica addosso un intero caricatore e lo ammazza. Di Meo mi ha raccontato la sua testimonianza, quella di un uomo che, andando a denunciare, trasforma per sempre il volto di quel territorio. L'assassino di don Peppe infatti non aveva nemmeno tentato di intimidire il testimone, Di Meo appunto, che era presente all'omicidio di Peppe Diana. Il killer non ammazza anche lui. Perché? Perché è impensabile che qualcuno denunci. Nessuno denuncia nessuno, perché a comandare si sa chi è. E si sa anche che chi comanda si vendica. Augusto Di Meo interrompe tutto questo.

La seconda puntata di Insider: Antonino Patti

Nella seconda puntata, invece, Saviano intervistava un collaboratore di giustizia, Antonino Patti, che definisce "preziosissimo per le inchieste antimafia in una zona della Sicilia che non ha avuto pentiti importanti, tranne lui". Un killer di Cosa Nostra che ha raccontato una vita intera passata al servizio dell'organizzazione. "Un'intervista incredibile, che non vedrete mai", dice Saviano.

Antonino Patti ha ripercorso passaggio per passaggio tutto ciò che ha detto agli inquirenti. Il momento in cui decide di pentirsi, perché considera i valori di Cosa Nostra – sì, per gli uomini d'onore Cosa Nosta ha dei valori – traditi dai vertici dell'organizzazione. In questo caso da Riina. Patti, come altri pentiti, inverte la logica intuitiva: non pensa di tradire l'organizzazione collaborando con la giustizia, ma afferma di collaborare con la giustizia perché i suoi capi hanno tradito l'organizzazione.

Saviano sottolinea come sia stato fondamentale intervistare un uomo come Antonino Patti, che ha raccontato alcuni momenti – come il rito della pungitura, l'iniziazione di ogni uomo d'onore – che pochissimi altri hanno raccontato. Patti, spiega lo scrittore, ha parlato di "dettagli antropologicamente fondamentali", che descrivono "un mondo di cui spesso dimentichiamo di fare parte".

La terza puntata di Insider: Rosaria Capacchione ed Enzo Palmesano

La terza puntata sarebbe stata invece dedicata a Rosaria Capacchione ed Enzo Palmesano. La prima, giornalista del Mattino "in un'epoca in cui era impensabile immaginarsi una donna che si occupava di Camorra nella provincia di Caserta", racconta anni e anni di lavoro su quel territorio e i Casalesi. Il secondo, invece, "giornalista licenziato per ordine di un boss, Vincenzo Lubrano, da un giornale locale di Caserta perché raccontava del potere della criminalità a Pignataro Maggiore".

La quarta puntata: Rosa Di Fiore

Infine, la quarta puntata avrebbe visto come protagonista la collaboratrice di giustizia Rosa Di Fiore. "È un'intervista incredibile – dice Saviano – in cui si racconta la cosiddetta quarta mafia, cioè la mafia garganica, un'organizzazione spietata e complessa di cui si parla molto, molto poco". Lo scrittore sottolinea come Rosa Di Fiore abbia svelato, con la sua testimonianza, l'organigramma dell'organizzazione. E come lei stessa, abbia una storia particolarissima "di potere, seduzione, passione".

Rosa sposò in prime nozze Pietro Tarantino, membro di una famiglia importante che era stata responsabile di una terribile strage. Nel 1981 Giuseppe Tarantino aveva chiesto a Matteo Ciavarella di testimoniare a suo favore su un furto, di dargli un alibi insomma. Ma Ciavarella aveva rifiutato: subito dopo lui, la moglie e i tre figli – di cui la più piccola di appena cinque anni – erano spariti. Rosa Di Fiore racconta anche di questa vicenda: probabilmente furono massacrati e dati poi in pasto ai maiali, per cui i corpi non sono mai stati trovati. Quello che accade dopo è davvero singolare.

Anni dopo le due famiglie legano per fare affari insieme. Probabilmente la strage del 1981 era considerata legata al passato, alle mafie della terra e del furto di bestiame, mentre il narcotraffico arrivato poi pretendeva alleanze. Mentre Pietro, il marito di Rosa, si trova in carcere, Matteo Ciavarella – nipote omonimo dell'uomo ammazzato – si prende cura di lei. E si innamorano, così Rosa decide di andare a vivere con i Ciavarella.
Ma è qui che c'è la svolta. L'obiettivo di Matteo Ciavarella era vendicare il sangue, portando via la donna ai Tarantino uccidendo i figli che lei ha fatto con Pietro per lasciare i suoi. Era tutto un piano per portare via la cosa più bella ai Tarantino, togliere il loro sangue e sostituirlo con il suo.

Perché Insider è stata cancellata

Saviano fa quindi una sintesi di quello che sarebbero state le quattro puntate di Insider, ribadendo che non ci sia alcun motivo dietro la cancellazione se non l'arbitrio dell'amministratore delegato della Rai che ha il potere di fermare una trasmissione. Perché lo ha fatto? Secondo Saviano c'è una ragione precisa: "Queste sono storie in cui parlo di mafie. Sono storie che vengono ascoltate, che ingaggiano. Chi mi ascolta parlare di mafie mi considera autorevole. E poi cosa succede? Che allora anche quando di immigrazione e smentiscono quello che racconta il governo, poi quelle persone continuano a credermi. Ecco il punto, ecco perché togliermi la possibilità di raccontare le mafie".

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