Coronavirus, Boccia: "Paese era diventato un Arlecchino. In emergenza allo Stato si dice signor sì"

"Noi abbiamo condiviso un'ordinanza unica che deve omogenizzare il comportamento in tutte le Regioni non colpite dal virus. Ceriscioli è stato l'unico che non ha ascoltato e ha preso in ostaggio i marchigiani". Così ai microfoni di Fanpage il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia, dopo che il Tar ha sospeso il provvedimento con cui il governatore della Regione Marche Luca Ceriscioli imponeva la  serrata delle scuole e di altre occasioni pubbliche a seguito dell'emergenza Coronavirus, in contrasto con le direttive varate dal governo per le aree non direttamente interessate dal contagio. Secondo Boccia con. l'ordinanza dell'esecutivo per uniformare i comportamenti da seguire su tutto il territorio nazionale: "diamo più sicurezza e più certezze a tutti i cittadini". Continua il ministro: "Già in queste ore alcune Regioni che avevano adottato misure radicali di chiusura di tutti gli uffici pubblici hanno annunciato l'intenzione di adeguarsi all'ordinanza nazionale. Tutti dobbiamo lavorare per far ripartire l'Italia". A giudizio del ministro le polemiche sulle competenze delle diverse amministrazioni non devono bloccare il percorso verso una maggiore autonomia richiesta da Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna, anche se "alcuni poteri dello Stato vanno rafforzati quando c'è un'emergenza, questo è indubbio". Boccia interviene anche sulle ipotesi di un governo di unità nazionale per uscire dalla crisi rilanciata da Salvini e da alcune fonti di Italia Viva nelle ultime ore: "È sciacallaggio politico"