Il M5S prova a ripartire dagli slogan anti-casta: "Ci vogliono archiviare, ma non siamo morti"
pubblicato il 16 febbraio 2020 alle ore 08:16
"Non siamo un partito, non siamo una casta, siamo cittadini punto e basta". Il ritorno dell'inno delle origini sparato dalle casse della manifestazione di Roma del M5S contro il ripristino dei vitalizi i basta da solo a dare il senso a tutto l'evento. Un Movimento in crisi di consensi, senza un leader e schiacciato dai contrasti interni e dai litigi nella maggioranza, cerca di ricompattarsi intorno alle antiche parole d'ordine della lotta ai privilegi della casta. E ben presto la piazza contro i vitalizi si trasforma in un coro di voci contro "il potere" che vorrebbe archiviare il Movimento e le sue riforme, dal reddito di cittadinanza alle leggi anti-corruzione. "E' la risposta a chi ci dà per morti", dice il reggente Vito Crimi, un avvertimento che vale anche per gli alleati di governo, a cominciare da Matteo Renzi. Può bastare questo ai 5 Stelle per uscire dall'angolo, considerato che ormai da anni molti esponenti pentastellati sono insediati nei palazzi del potere?
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