Bassolino e Caldoro, per la prima volta faccia a faccia
pubblicato il 14 febbraio 2013 alle ore 22:27
Antonio Bassolino e Stefano Caldoro si confrontano per la prima volta dopo le elezioni regionali del 2010. Dopo la vittoria del Pdl che interruppe un decennio di dominio del centrosinistra in Campania, non c'era stata nessuna occasione che mettesse a confronto i due governatori. L'occasione per il redde rationem è la presentazione del volume del giornalista napoletano Carlo Porcaro "Indiscreto a palazzo". Lo scontro acceso non c'è stato, bensì un sereno dibattito privo di recriminazioni e accuse. Le precisazioni, tante, per rimarcare le distanze tra gli operati dei due governatori. "Io non condivido alcune scelte prese da Bassolino - sintetizza Caldoro - ma non avrei potuto nemmeno continuare su quella falsariga perché è cambiato lo scenario macro-economico". Tema centrale a cavallo delle due amministrazione, il buco dovuto ai derivati che potrebbe costare 3 miliardi di euro alle casse di Palazzo Santa Lucia. Bassolino rivendica la necessità della loro sottoscrizione per "ripianare i tre miliardi di debiti nel settore Sanità della precedente amministrazione di centro-destra", Caldoro non replica e ricorda come "in quegli anni, molte amministrazioni facevano ricorso a questo tipo di indebitamento". E proprio sul baratro della Sanità, l'attuale presidente di Regione precisa: "Il meccanismo dell'anzianità doveva essere oggetto di una battaglia al fine di non accettarlo", ma Bassolino ricorda: "La legge fu fatta dal centrodestra, continuata dal governo del centrosinistra e per questo io, appena eletto, cominciai a fare una battaglia forte contro il governo del centrosinistra". L'operato del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, viene giudicato diversamente da Caldoro e da Bassolino. Secondo l'attuale presidente, il sindaco è "sovraesposto sui media" ma problemi come la mancanza di gasolio nei bus non sono colpa sua. Bassolino è più drastico: "Nessuno ha creduto alla storia della manina. Io ho fatto il sindaco, lo so che non è lui a dover controllare i rifornimenti dei bus. Ma è lui che deve garantire il funzionamento di tutta la macchina amministrativa, di cui il trasporto pubblico fa parte visto che la società è 100% proprietà del Comune".
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