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Vergognosa lite tra genitori in campo: fanno invasione e si picchiano davanti ai bimbi di 8 anni

L’episodio è avvenuto durante una partita di calcio giovanile spagnolo: nei tafferugli coinvolte anche le donne. La rissa scoppiata per le proteste da parte di un padre nei confronti dell’arbitro.
A cura di Maurizio De Santis
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Occhiatacce e minacce verbali. "Vaffa reciproci" degenerati in alterco. Spintoni e cazzotti sfociati in rissa furibonda. È quanto accaduto durane una partita di calcio giovanile: in campo c'erano bambini di 8 anni, a rubare loro la scena sono stati i genitori che si sono azzuffati. Cosa abbia provocato quella gazzarra e perché quel capannello di persone è arrivato alle mani è tutt'ora oggetto di un'indagine interna alle due società che, loro malgrado, sono finite sotto i riflettori.

L'episodio vergognoso è successo in Spagna ma, a giudicare dalle notizie di cronaca che spesso rimbalzano nei comunicati del giudice sportivo territoriale, è un copione tristemente conosciuto anche in Italia. Botte da orbi: se le sono date di santa ragione padri, fratelli, amici e quanti (donne comprese) proprio non sono riusciti a tenere a freno gli istinti belluini che hanno trasformato una semplice gara tra ragazzini in un regolamento di conti. Nulla che abbia a che fare con lo sport.

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Prebenjamines S8 B è la categoria di cui fanno parte le formazioni dell'Efb Ripllet e del CE Sabadell. La sigla dice già tutto sull'età dei piccoli giocatori e sul pessimo esempio che hanno ricevuto, oltre alla paura e allo shock emotivo provocati da quella situazione raccapricciante. Teatro degli ‘incidenti' (e fa già specie usare un vocabolo del genere considerato il contesto) verificatisi sabato scorso è stato il Complesso Sportivo Municipale dell'Olímpia de Sabadell. Le immagini registrate dalla tribuna restituiscono fedelmente, e con dovizia di particolari, cosa è successo dal confronto muso a muso fino al fuggi fuggi per la ressa.

Una gazzarra per futili motivi, per qualche parolina di troppo, un ‘apprezzamento' non gradito oppure una protesta vivace: non è chiaro qual è stata la miccia che ha fatto scoppiare quegli scontri. Un indizio al riguardo c'è si evince da uno dei rapporti ufficiali forniti dai club. A prescindere, le due società hanno preso le distanze pubblicamente, in maniera molto dura, condividendo sui social comunicati di biasimo e di condanna.

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"Adotteremo tutte le misure appropriate con tutte le persone coinvolte – fa sapere il Sabadell -. Siamo profondamente rammaricati per quanto accaduto nella partita con il Ripollet, si tratta di situazioni che nulla c'entrano con il mondo del calcio. Stiamo lavorando per fare chiarezza e risalire ai responsabili così da prendere seri provvedimenti".

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La nota del Sabadell fa il paio con quella del Ripollet che "condanna fermamente gli eventi accaduti" sabato scorso e annuncia "un'indagine interna per chiarire i fatti, punire le persone coinvolte ed estirpare la violenza nel calcio". Nella relazione c'è anche una delle possibili ragioni della zuffa. Tutto sarebbe nato per l'intervento nei confronti di un padre che era pronto a scagliarsi contro l'arbitro. "Dopo un litigio verbale, un genitore dell'altro club ha picchiato un socio del nostro, scatenando così quanto s'è visto nel filmato".

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