Dal campo profughi all'Italbasket, il sogno mondiale di Sacchetti
pubblicato il 24 novembre 2017 alle ore 09:56
Ha iniziato a giocare a basket tirando una palla da calcio in un glicine su un muro e da lì è stato amore a prima vista. Questo è Meo Sacchetti, il nuovo coach dell’Italbasket che da oggi proverà a strappare un pass per i Mondiali. “Sono nato in un ex campo di prigionieri inglesi ad Altamura dopo che la mia famiglia era emigrata in Romania per lavorare” racconta il coach che da giocatore ha conquistato un argento olimpico a Mosca ’80 e un oro europeo a Nantes ’83: “Il mio sogno è sempre stato vestire quella maglia e una volta che l’ho conquistata volevo andare alle Olimpiadi, quello è il traguardo massimo per ogni atleta”. Dopo aver attaccato le scarpette al chiodo, Sacchetti ha iniziato la carriera da allenatore seguendo i consigli del suo “mentore” il professore Dido Guerrieri fino allo scudetto conquistato con Sassari nel 2015 e alla nomina a coach della nazionale italiana nell’agosto 2017. Obiettivo della nazionale sarà la qualificazione ai Mondiali a partire dalla sfida di questa sera a Torino contro la Romania: “Se andiamo ai Mondiali - promette il coach azzurro - porterò tutta la squadra a vedere una partita del Borussia Dortmund in curva, un’esperienza che ancora mi manca”.
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