Napoli primavera: "scugnizzeria" o sogno?
pubblicato il 12 aprile 2013 alle ore 21:54
Secondo una stima dei bilanci delle società di calcio italiane del 2011, il Napoli è la squadra di serie A che spende di meno nel settore giovanile. Solo 300 mila euro di investimenti l’anno. In testa alla particolare classifica Milan, Inter e Juventus con 5 milioni di euro spesi ogni anno per la primavera. Squadre meno blasonate del Napoli, come Brescia e Lecce arrivano a spendere fino a sei volte tanto rispetto alla squadra partenopea, spendendo circa 2 milioni di euro l’anno. Il vecchio Napoli di Ferlaino costruì il centro sportivo delle giovanili nel quartiere di Marianella nella periferia nord della città. Oggi l’area, con quattro campi di calcio, palestre ed uffici, è sottoposta a sequestro giudiziario nell’ambio del fallimento della vecchia società. Di quella struttura che vide affermarsi campioni come i Cannavaro, Amauri, Floro Flores e tanti altri, oggi è rimasto solo uno scheletro. Hanno rubato anche i tombini di ghisa. Solo da un anno l’area di Via Emilio Scaglione è sottoposta a vigilanza. Intanto con un passato glorioso per il settore giovanile ed un presente fatto di investimenti esigui, il vulcanico presidente Aurelio De Laurentiis ha lanciato qualche tempo fa l’idea di sviluppare un settore giovanile sul modello della “cantera” del Barcellona. Una “scugnizzeria” la definì il primo dirigente del Napoli. Ma come fa una società che investe così poco a costruire un settore giovanile come quello dei catalani? Dalla società nessuno ha voluto commentare o spiegare come si possa sviluppare il progetto “scugnizzeria” per il settore giovanile, nonostante avessimo provato a chiedere sia al direttore sportivo Riccardo Bigon sia al responsabile stampa Guido Baldari un commento. Intanto la primavera del Napoli si allena nel resort dell’Holiday Inn di Castelvolturno insieme alla prima squadra. Ma per disputare le gare casalinghe del campionato di Serie A, deve recarsi ad Aversa, allo stadio comunale Bisceglia, a 25 Km da Napoli. Giocare ad Aversa risulta addirittura essere una fortuna visto che lo scorso anno la primavera dovette girovagare la Campania ad ogni gara casalinga. Da Casoria a Frattamaggiore passando per i Camaldoli. E così mentre i genitori fanno i turni per accompagnare i ragazzi agli allenamenti e dividono le spese per benzina ed autostrada per portarli a giocare ad Aversa, i centri sportivi di altre squadre giovanili come Roma, Lazio, Inter e Milan restano un sogno lontano. A guardare lo scenario che accompagna l’esperienza sportiva delle giovanili degli azzurri sembra essere ritornati alla scuola calcio. Ragazzini ammassati nelle auto con borse e borsoni, genitori speranzosi per il futuro dei propri figli ma costretti nel presente a dar passaggi alle giovani promesse. Siamo sicuri che in questo contesto possa nascere un nuovo Messi?
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