Che cosa provoca il diabete? Il ruolo dell’insulina nel metabolismo degli zuccheri

Come funziona il diabete? Qual è la causa di questa malattia? E perché alcuni si ammalano e altri no? “Basta dolci che ti viene il diabete!” Quante volte l’hai sentito dire, ma siamo sicuri sia proprio così?
Entra nel nuovo canale WhatsApp di Ohga
Rubrica a cura di Simone Gabrielli
16 Gennaio 2024

Il diabete è una malattia che dipende dall’elevata presenza di zuccheri nel sangue, condizione che prende il nome di iperglicemia. E fin qui niente di nuovo. Ma perché nel sangue di alcune persone si accumulano queste grandi quantità di zuccheri e in altre no? Allora, gli zuccheri, lo sappiamo, sono un po’ come il carburante del corpo umano: la nostra fonte di energia. Li assumiamo tramite alimenti ricchi di carboidrati che, una volta raggiunto l’intestino, vengono scomposti in piccole molecole di zucchero, chiamate glucosio, e spedite in giro per il nostro corpo tramite il sistema circolatorio. Parentesi: Abbiamo fatto un articolo sullo zucchero approfondito che ti consiglio di andare a leggere.

Solitamente, nelle persone sane, quando questo sangue ricco di zuccheri raggiunge il pancreas, il pancreas nota che c’è qualcosa che non va. Immaginatevi il pancreas come una sorta di poliziotto di frontiera il cui compito è proprio monitorare i valori glicemici e non appena si accorge che il sangue sta trasportando zuccheri oltre i limiti consentiti entra subito in azione, rilasciando l’insulina: un importantissimo ormone che serve proprio ad abbassare la glicemia. Bene, quando si ha il diabete, tutto questo meccanismo va in tilt.

Diabete di tipo 1 e tipo 2

Nei soggetti diabetici infatti, l’insulina rilasciata dal pancreas non è abbastanza oppure non abbastanza efficace, e le concentrazioni di glucosio nel sangue quindi diventano troppo alte. Ma perché nei diabetici l’insulina “non funziona più”?
Per spiegarlo bisogna innanzitutto fare una distinzione tra i due tipi di diabete più diffusi: il diabete mellito di tipo 1 e il diabete mellito di tipo 2.  Nel caso del diabete di tipo 1, anche chiamato diabete giovanile, accade che il nostro sistema immunitario identifica le beta cellule del pancreas – quelle addette alla produzione dell’insulina –  come “nemiche” e le distrugge. Senza le cellule che producono l’insulina, ovviamente, non avremo nemmeno l’insulina e sarà quindi impossibile per il pancreas abbassare la glicemia. Proprio per questo, per sopravvivere, le persone affette da questo tipo di diabete sono costrette a somministrarsi dosi giornaliere di insulina tramite iniezione, per il resto della loro vita. Quindi questo tipo di diabete non dipende né dall’avanzare dell’età, né dal peso e non viene perché mangiamo troppi zuccheri. Dipende tutto da una predisposizione del nostro corpo ad attaccare le cellule dell’insulina. Chiaramente una volta accertata la malattia non bisogna comunque consumare zuccheri in eccesso.
E il diabete di tipo 2 invece? Nel diabete di tipo 2, che è anche il più diffuso, le cause sono ben diverse. In questo caso il nostro pancreas continua a produrre insulina tranquillamente. E allora dove sta il problema? Sta nelle nostre cellule che, a un certo punto, iniziano a sviluppare una insulino-resistenza: vuol dire che l’azione dell’insulina, su queste cellule, diventa sempre meno efficace.
Solitamente le molecole di insulina si legano ai recettori delle cellule come delle vere e proprie chiavi che entrano nelle serrature. E in questo modo aprono dei piccoli canali tra le cellule, che permettono al glucosio di venire assorbito. Nel caso dei diabetici di tipo 2 però, questi recettori smettono di funzionare, quindi l’insulina non riesce più a legarsi e i canali rimangono chiusi. E così, il glucosio rimane nel sangue, la glicemia si alza pericolosamente ed ecco a voi il diabete. Chiariamo che la scienza non conosce ancora precisamente le cause del diabete di tipo 2. Tuttavia il fattore età e il fattore obesità sono considerate delle concause. Per questo motivo l’alimentazione gioca un ruolo cruciale nella prevenzione della malattia.

Il ruolo dello sport e alimentazione

Quindi per rispondere alla domanda iniziale – se è vero che il diabete viene perché mangiamo troppi dolci – la risposta è che è vero solamente in parte. L’unica certezza che abbiamo è che una sana alimentazione, in ogni caso, è necessaria agli individui diabetici per tenere a bada gli zuccheri in eccesso, stando attenti, al contempo, a garantire al proprio organismo un corretto apporto alimentare di tutti i nutrienti necessari. La sana alimentazione però, da sola non basta. È sempre consigliabile accompagnarla a una giusta dose di attività fisica, che nel caso del diabete può davvero fare la differenza, per diversi motivi. Innanzitutto perché lo sforzo fisico richiede molta energia da parte dei muscoli (e di conseguenza gli fa consumare più glucosio) e poi perché evita l’accumulo di grasso. E cosa c’entra il grasso? Il grasso, quando è in eccesso, causa l’aumento dell’insulino-resistenza nel diabete di tipo 2. Ne abbiamo parlato prima, ti ricordi? È quel fenomeno per cui le cellule non rispondono più all’azione dell’insulina come dovrebbero. Proprio per questo il rischio di contrarre la malattia aumenta esponenzialmente negli individui obesi. Infine, lo sport riduce anche l’accumulo di colesterolo e della pressione arteriosa, diminuendo quindi il rischio di ictus, infarti e angiopatie di cui il diabete può essere una concausa.

Conseguenze

In conclusione quali sono le conseguenze di questo eccesso di zucchero nel sangue? Il diabete non va trascurato perché il glucosio in eccesso ha sui tessuti dei vasi sanguigni una azione lesiva: li danneggia irreparabilmente, arrivando a deteriorare reni, cuore, fegato, occhi, arti e chi più ne ha più ne metta. E tutto ciò si può tradurre in insufficienze renali, infarti, ictus, cecità, cancrena di dita e arti (con conseguente amputazione), angiopatie e tanto altro. I primi sintomi che si manifestano sono legati proprio al deterioramento dei reni e sono: la poliuria (cioè un’eccessiva produzione di urine, da cui deriva anche l’aumento della sete) e le urine dolci. E proprio dalle urine dolci deriva il nome completo di questa patologia: “diabete mellito”, in cui “mellito”, dal latino “mellitus”, sta per “dolce”. Ti starai chiedendo: ma come facevano nell’antichità a sapere se le urine erano dolci? Beh, esattamente nel modo in cui pensate: le assaggiavano. Non avendo altri strumenti a disposizione i primi medici dovevano affidarsi al proprio gusto, metodo poco ortodosso ma efficace. Insomma, il diabete è una malattia molto molto seria e va affrontata con estrema cura e attenzione. Per fortuna ad oggi, se presa in tempo e curata con l’aiuto di medici e professionisti esperti, ci si può convivere in maniera abbastanza serena.

Questo articolo fa parte della rubrica
Sono un Biologo Nutrizionista conosciuto sui social come “Nutri-Nerd” per il mix di competenza scientifica e cultura popolare che inserisco in altro…