4ocean: l’idea di due giovani surfisti che per salvare il mare trasformano i rifiuti in braccialetti

Oltre un milione e mezzo di rifiuti di plastica raccolti da spiagge e oceani e trasformati in braccialetti e bottiglie, il cui acquisto permette di raccoglierne sempre di più. Grazie a 4ocean, la plastica si trasforma in un gioiello che vale la pena recuperare.
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Sara Del Dot 16 Ottobre 2018

Raccogliere rifiuti plastici per realizzare braccialetti che, una volta venduti, contribuiscono a raccogliere altri rifiuti plastici. È una vera e propria filiera di economia circolare quella realizzata dal movimento 4ocean, nato due anni fa da un’idea di due giovani surfisti che, guidati dall’amore per il mare, hanno deciso di fare qualcosa di concreto per salvarlo da tutta la plastica che lo sta soffocando.

La nascita di un progetto

Il movimento nacque un paio di anni fa a Bali, in Indonesia, dove Alex Schulze e Andrew Cooper, due giovani americani, si erano recati in vacanza per fare surf. Sconvolti dalla quantità di plastica che invadeva l’acqua e le spiagge rendendo la loro attività sportiva meno piacevole del previsto, i due surfisti si resero ben presto conto della portata del problema, e soprattutto notarono amareggiati che nessuno faceva nulla per contrastarlo. In più, visitando un villaggio nelle vicinanze, si accorsero che i pescatori che lavoravano su quelle spiagge spingevano a fatica le loro imbarcazioni in acqua tra montagne di rifiuti e che, una volta tornati a terra, le loro reti contenevano più plastica che pesce. Così, nacque l’idea: perché non sostituire direttamente i pesci con la plastica, nelle loro reti, e rendere così la raccolta dei rifiuti in mare un vero e proprio business?

Cosa fa 4ocean in concreto?

Il movimento ha diverse sedi disseminate in varie città del mondo e dà lavoro a centinaia di persone. Come? Semplicemente grazie alla creazione di una filiera di economia circolare basata sulla raccolta di rifiuti plastici che vengono poi trasformati in braccialetti e che, una volta venduti, contribuiscono alla retribuzione delle persone che si occupano della raccolta. E avanti così. Per ogni braccialetto acquistato, viene pagata la raccolta di 1 pound di plastica (ovvero circa mezzo chilo), la stessa quantità necessaria per realizzare, appunto, il braccialetto. In meno di due anni, tra il lavoro dei pescatori e l’aiuto di centinaia di volontari, il movimento ha raccolto oltre un milione e mezzo di rifiuti da spiagge e mari, e la sua attività non fa che crescere. Sul sito sono indicati i quattro pilastri fondamentali della loro attività: l’utilizzo di tecnologie sempre più avanzate per la raccolta della plastica, la creazione di posti di lavoro mantenendo le operazioni di raccolta attive 24 ore al giorno 7 giorni a settimana, l’aumento di consapevolezza della popolazione riguardo l’inquinamento dei mari, il riciclo e la raccolta differenziata, creare un nuovo tipo di economia restituendo valore al rifiuto che, grazie al suo riciclo, torna ad essere un oggetto bello e prezioso.

I braccialetti 4ocean

Il gioiello è realizzato con diversi materiali: le perline provengono da vetro riciclato, mentre i lacci sono ex bottiglie di plastica. Ma non ce n’è uno soltanto: 4ocean contribuisce ogni mese a una diversa causa, dedicandole un braccialetto personalizzato. Ad esempio, per tutto il mese di ottobre sarà disponibile il braccialetto rosa dedicato alla salvaguardia dei lamantini, una specie fortemente minacciata dall’inquinamento delle acque, grazie a una partnership con l’associazione Save the Manatee Club. Il mese di settembre era stato invece dedicato alle mangrovie, tramite una collaborazione con l’associazione Conservation International, con la vendita di un braccialetto verde.