Albero di Natale vero oppure di plastica? Ecco la scelta più sostenibile

È meglio un albero in plastica, in grado di durare anche 20 anni, oppure un abete vero, in materiale organico? Se la tua priorità è compiere una scelta sostenibile, non c’è alcun ragionamento da fare. Gli abeti veri, che siano in vaso oppure tagliati, sono la scelta che ci consente di rispettare l’ambiente anche a Natale. Questo perché provengono da filiere specifiche dedicate a questo e possono ritornare in natura subito dopo le feste. Basta rivolgersi alle realtà giuste.
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Sara Del Dot 5 Dicembre 2020

Tullio è un vivaista e lavora con gli alberi di Natale da 40 anni. Da diverso tempo ha scelto di dedicare la propria azienda, situata a Mezzomerico sulle colline novaresi, esclusivamente alla preparazione del Natale. Dagli alberi alle decorazioni realizzate utilizzando i rami potati, ogni cosa nell’attività di Tullio e dei suoi dipendenti è fatta con il legno naturale nel totale rispetto della natura e degli alberi. Tullio infatti lavora con alberi altissimi, quelli che puoi trovare addobbati al centro delle piazze di tutta Italia, ma anche con installazioni 100% naturali a decoro delle città nei periodi di festa. E si tratta di alberi vivi, portati direttamente con il loro vaso e le loro radici e che, a fine Natale, verranno riportati in azienda e ripiantati nel terreno. I suoi abeti, infatti, vengono sempre accompagnati da un cartello che recita

“Mi chiamo Abies Nordmanniana. Sono nato e cresciuto sulle colline piemontesi. Sono curato e coccolato tutto l’anno. Come Babbo Natale lavoro solo a dicembre. Poi tornerò a casa mia in attesa di esibirmi l’anno prossimo.”

Sono alberi che si spostano, quelli di Tullio, alberi che viaggiano “per lavoro” per poi tornare a riposarsi in collina per il resto dell’anno. Questo Natale, addirittura si stanno dedicando a celebrare, nel centro di Novara, i 100 anni dalla nascita di Gianni Rodari.

Anche se, come sottolinea lo stesso Tullio, non c’è nulla di male a tagliare un albero, soprattutto se è stato cresciuto proprio per questo scopo come la maggior parte degli abeti di Natale certificati. La cosa importante, però, è che per ogni albero tagliato ne vengano piantati degli altri. Lui stesso ogni anno si dedica alla piantumazione degli alberi in modo da trasformare il suo terreno in un vero e proprio bosco.

Vero o finto?

Quella dell’albero di Natale è una questione che si ripropone ogni anno per ciascuno di noi. C’è chi regolarmente a inizio dicembre si procura un cimale, ovvero un alberello tagliato che a fine festività seccherà e diventerà materiale organico, chi tiene sul balcone o in giardino sempre lo stesso abete in vaso da decorare ogni anno a costo zero, e chi ancora tende a optare per l’alternativa in plastica, l’alberello che per 11 mesi riposa in cantina e che, se tenuto bene, può arrivare a durare diversi anni.

Ma in un momento come questo, in cui il rispetto per l’ambiente non ci abbandona nemmeno durante le feste di Natale, vale la pena soffermarsi e chiedersi quale sia l’alternativa più sostenibile anche per quanto riguarda il nostro albero di Natale.

“Molte persone scelgono l’albero di Natale convinti di fare la scelta giusta”, spiega Eleonora Mariano di PEFC Italia, l’ente di certificazione della gestione forestale. “In realtà è completamente l’opposto. Gli alberi in plastica infatti provengono dalla Cina e sono composti di vernici, PVC e metallo, quindi non è possibile riciclarli o smaltirli se non nell’indifferenziato. In pratica, utilizzarli anche per vent’anni non sarebbe sufficiente a renderli sostenibili”.

E se l’idea di usare un albero vero ti rende dubbioso, forse per rassicurarti devi conoscere la filiera da cui proviene. Infatti, gli alberi veri, tagliati o in vaso, vengono cresciuti e prodotti nel totale rispetto delle dinamiche ambientali, spesso su terreni abbandonati in cui la coltivazione degli abeti consente il benessere del suolo, la produzione di CO2 e l’aumento di biodiversità. Quelli veri, poi, possono essere ripiantati in giardino oppure restituiti alla natura attraverso il vivaio da cui provengono oppure accordi con la forestale, mentre quelli tagliati, essendo solitamente cimali che provengono da pratiche di gestione delle foreste, diventano rifiuto organico oppure materiale per costruire oggetti.

"Secondo i dati degli scorsi anni sono circa 3 milioni e mezzo gli italiani che fanno l'albero di Natale vero. Su quelli in plastica non è semplice fornire una fotografia accurata, dal momento che si tratta di oggetti che vengono riutilizzati di anno in anno. Ma pensare che l'albero in plastica possa essere meno inquinante di quello reale non ha senso. Infatti l'albero finto può avere bisogno anche 200 anni per essere smaltito a fine vita. Senza contare le emissioni prodotte nella sua realizzazione e durante il trasporto." Spiega Lorenzo Bazzana, responsabile economico di Coldiretti. "Gli alberi di Natale vivi, invece, provengono da coltivazioni dedicate, sono piante cresciute apposta per essere usate a Natale, oppure sono cimali che derivano da pratiche di una gestione delle foreste. Mentre crescono producono ossigeno assorbono CO2, proteggono territori e biodiversità consentendo di presidiare la natura."