L'architetto, gli acquerelli e lo spazio: Steven Holl a Milano
pubblicato il 26 aprile 2018 alle ore 16:15
Da Antonia Jannone una mostra curata da Marco Sammicheli Milano (askanews) - I confini e i territori, quando si parla di arte, sono fatti per essere attraversati, all'insegna di un confronto dinamico tra pratiche e posture che, probabilmente, è la cifra più profonda del contemporaneo. In quest'ottica si muove anche la ricerca della Galleria Antonia Jannone, che per la prima volta porta ufficialmente in Italia il lavoro "extra architettonico" di Steven Holl, con la mostra "One Two Five" curata da Marco Sammicheli. "E' il ritratto di un maestro americano - ha spiegato il curatore ad askanews - che usa l'acquerello come strumento generativo: lui ogni mattina si alza e disegna". In mostra 26 acquerelli, 13 stampe firmate e numerate, alcuni oggetti di design limited edition e sculture, che creano una sensazione di fluidità e dialogo tra le arti che sono un po' il filo rosso della passione della gallerista Antonia Jannone. "Il mio interesse, anche se non sono architetto - ci ha raccontato la padrona di casa - è sempre stata questa architettura, questa miracolosa invenzione e capacità dell'uomo di creare dell'arte all'aperto, delle sculture all'aperto e di dimensioni notevoli". Nella galleria di Corso Garibaldi a Milano si può quindi fare esperienza di un'idea di spazio che si declina in più modi, dal pittorico al plastico, ma anche all'oggettuale, come nel caso delle sedie di Holl. Lavori che sottolineano la contiguità del tutto, la necessità di non smettere di cercare e, perché no, di avere delle visioni. "La marcia in più, il segreto, la cifra stilistica di Steven Holl - ha concluso Marco Sammicheli - è che rifiuta le tipologie, esclude le morfologie ed è interessato a un tipo di architettura che genera spazio. Utilizza il colore, la luce, l'acquerello proprio per creare delle architetture che quasi non hanno facciata, in questo caso la ricerca musicale, che si vede nei tappeti esposti in galleria, è una citazione di come la creazione circolare, senza inizio né fine, tipica della composizione musicale si rifletta anche in quella compositiva dell'architettura". La mostra nella Galleria Antonia Jannone resta aperta al pubblico fino al 3 giugno.
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