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episodio 29

La Svizzera è il Paese neutrale per definizione, ma perché? Vediamo le ragioni

La Svizzera è uno dei pochi Stati neutrali del mondo (per costituzione) e a non essersi schierata nel corso delle due guerre mondiali. Ma quali sono le ragioni storiche e geopolitiche della sua neutralità?

5 Ottobre 2023
18:30
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La Svizzera è il Paese neutrale per definizione, ma perché? Vediamo le ragioni
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In piena Seconda Guerra Mondiale la Svizzera ha una posizione neutrale ed è circondata: a nord c’è la Germania nazista che avanza, a ovest la Francia sconfitta, a sud l’Italia di Mussolini. Hitler ha pronto un piano per invaderla. Tuttavia la Svizzera riesce a rimanere quasi completamente fuori dalle ostilità. La domanda sorge spontanea: da quanto tempo la Svizzera è neutrale e come ha fatto a mantenere nel tempo questo status? In questo articolo e nel video che trovate qui sopra proviamo a rispondere in sintesi alla questione.

La nascita della Confederazione Svizzera

La Svizzera è oggi uno Stato federale composto da 26 cantoni ed è un Paese che divenne neutrale, non per scelta, ma per imposizione, nel lontano 1815. Vediamo di capire come siamo arrivati a questo scenario.

carta geografica svizzera

Per prima cosa, com’è possibile che esista uno Stato con così tante differenze al suo interno? Nella maggioranza dei cantoni, ad esempio, si parla tedesco, in altri francese, in altri italiano; in alcuni la religione prevalente è protestante, in altri cattolica.

Sostanzialmente, stringendo all’osso, nel Medioevo alcuni territori a cavallo delle Alpi iniziarono ad allearsi per motivi economici e di difesa nei confronti delle grandi e piccole potenze che li circondavano. Non solo: cominciarono anche, pian piano, a conquistare altre aree limitrofe. Col tempo si venne a creare una confederazione di territori molto diversi tra loro che, però, per le questioni cruciali, facevano fronte comune.

svizzera medievale

Il Congresso di Vienna e la "neutralità" svizzera

Nel 1798, questa Confederazione, formata ormai da 13 cantoni e da tutta una serie di altri territori annessi, smise formalmente di esistere perché la Francia la invase e la conquistò, rendendola una repubblica. Questa situazione tuttavia non durò molto: poco dopo Napoleone assunse il potere in Francia con un colpo di Stato e nel 1803 stabilì in Svizzera un sistema federale accentrato, riconoscendo ben 19 cantoni.

Dopo soli dodici anni fu tutto rimesso in discussione: Napoleone fu sconfitto e nel corso del Congresso di Vienna, tra 1814 e 1815, le grandi potenze europee che l’avevano battuto – in particolare Russia, Inghilterra, Prussia e Austria – volevano riorganizzare l’Europa e capire anche cosa fare della Svizzera.

napoleone svizzera

Le posizioni principali sul tavolo erano due: i 13 cantoni che tenevano le fila della Confederazione prima della conquista francese volevano che tutto tornasse come prima, con loro al comando, mentre i nuovi cantoni (quelli riconosciuti nel frattempo) non volevano sparire.

Dopo discussioni, pressioni politiche e vari interventi si arrivò a una decisione: la Svizzera sarebbe stata una federazione di 22 cantoni: i 19 riconosciuti da Napoleone più altri 3 – oggi, vi ricordo, sono diventati 26. Inoltre le grandi potenze stabilirono e imposero alla Svizzera una condizione di neutralità perpetua. Per quale ragione? Il motivo principale allora fu geopolitico: la Svizzera era un territorio in mezzo a potenze e popoli diversi e spesso in lotta tra loro: francesi, austriaci, tedeschi, italiani. Avere un Paese cuscinetto in mezzo era una garanzia di difesa per tutti. Significava avere un lato del proprio territorio coperto e poter concentrare le proprie forze su un confine più ristretto.

congresso di vienna svizzera

La guerra civile svizzera del 1847

Nonostante fosse stata resa neutrale nel 1815, la fine dell’ultima guerra combattuta dalla Svizzera risale al 1847. Com’è possibile?

È semplice: si è trattato di una guerra civile. La divisione in 22 cantoni, come abbiamo visto prima, fu imposta dall’alto. Internamente la Svizzera era molto divisa: in estrema sintesi possiamo dire che da un lato c’erano cantoni maggiormente conservatori, cattolici e più favorevoli a una larga autonomia territoriale; dall’altro lato, invece, c’erano cantoni più liberali, protestanti e sostenitori di uno Stato federale più accentrato.

Chi vinse? I secondi, i liberali, e nel 1848 venne approvata la Costituzione federale svizzera, su cui si fonda la Svizzera moderna. Tra le altre cose furono unificati la moneta, il sistema di pesi e misure, il servizio postale, furono abolite le dogane interne. Fu creata una difesa comune nazionale. Nel frattempo si procedette ad ammodernare il Paese, cavalcando l’onda della seconda rivoluzione industriale.

Da allora, a eccezione di scontri limitati, la Svizzera non si lasciò coinvolgere in conflitti e fece proprio il valore della neutralità, in parte anche per interesse. D’altro canto, però, si impegnò subito per creare delle difese che potessero renderla complicatissima da conquistare in caso di invasione. Neutralità infatti non significa pacifismo.

La Svizzera nella Seconda Guerra Mondiale

A questo punto possiamo tornare all’inizio di questa ricostruzione e alla Seconda Guerra Mondiale.

Hitler disprezzava la Svizzera e gli svizzeri, ma allo stesso tempo li considerava parte integrante del popolo tedesco. Tant’è che esisteva un piano per invaderla e conquistarla. Da parte loro, gli svizzeri non avevano un esercito paragonabile a quello italiano o a quello tedesco. Come mai, allora, non furono invasi?

svizzera germania seconda guerra mondiale

Le motivazioni sono varie. Anzitutto, come ho anticipato, si organizzarono dal punto di vista militare e, tra la altre cose, ampliarono massicciamente una linea di difesa già esistente e più arretrata rispetto ai confini statali, arroccata sul territorio interno e montano della Svizzera, chiamato Ridotto nazionale. Stare in una posizione più alta dell’avversario in caso di conflitto, infatti, è vantaggioso, anche se si hanno a disposizione un esercito e mezzi più ridotti. Vennero così scavati cunicoli, gallerie e si predispose di far saltare in aria, in caso di bisogno, strade e ponti di collegamento.

Contemporaneamente la Germania era coinvolta in battaglie decisive con avversari molto più temibili, come Inghilterra, Russia e Stati Uniti. Quindi dovette compiere delle scelte gestendo le risorse economiche e militari disponibili. La Svizzera non era una priorità.

Infine la Svizzera faceva comodo come Stato neutrale: il suo settore industriale esportava prodotti, tra cui munizioni e armamenti, soprattutto in Germania e in Italia e la Banca Centrale Svizzera acquistava oro dal Reich senza fare domande sulla sua origine, anche se si sapeva fosse in parte sequestrato ai Paesi occupati e alle vittime dell’Olocausto. Molti gerarchi nazisti poi misero al sicuro le proprie finanze in Svizzera.

Insomma, siamo di fronte a un chiaroscuro. Per questioni di interesse, ma anche di sopravvivenza – contate che la Svizzera era circondata e dipendeva dalle importazioni proprio della Germania e dell'Italia – la Repubblica elvetica collaborò dal punto di vista industriale ed economico con i regimi nazi-fascisti. Inoltre si rifiutò di accogliere una quota consistente di profughi ebrei in fuga dalla Germania, anche se ne accolse molti altri.

svizzera guerra

Contemporaneamente nella Seconda Guerra Mondiale subì per errore alcuni bombardamenti alleati, che causarono vittime, ed ebbe degli scontri aerei e delle schermaglie al confine con le truppe tedesche.

Per concludere, veniamo ai giorni nostri. Oggi la neutralità svizzera rimane, anche se le sue posizioni sono certamente più vicine a quelle del blocco atlantico e quindi della NATO e degli Stati Uniti piuttosto che a quelle della Russia o della Cina.

Classe ‘88, sono laureato in Scienze Geografiche e prima di Geopop ho lavorato per lo sviluppo di progetti socio-ambientali, scritto un romanzo di viaggio, insegnato Geografia, Storia e Lettere alle superiori e fatto divulgazione su YouTube e RaiGulp. Viaggiare e raccontare il mondo è la mia passione: geopolitica, luoghi, usi e costumi, storie… Da bambino adoravo Piero Angela e Indiana Jones.
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