episodio 7

Perché i delfini sono mammiferi, anche se vivono in acqua?

I delfini non sono pesci: anche se vivono sott'acqua, sono mammiferi. I delfini si sono evoluti da animali terrestri a mammiferi marini, sviluppando adattamenti che gli permettono di respirare e vivere in acqua.

10 Agosto 2023
20:00
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I delfini, affascinanti creature marine appartenenti all'ordine dei cetacei, sono tra gli abitanti più iconici e affascinanti degli oceani del mondo. Grazie alla loro straordinaria agilità, intelligenza e comportamenti giocosi, i delfini hanno affascinato l'immaginazione umana per secoli e così tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo sognato di nuotare con loro.

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Come si sono evoluti i delfini da animali terresti a mammiferi marini

I delfini sono animali marini noti per il loro corpo idrodinamico, pinne e coda che consentono loro di muoversi agilmente nell'ambiente acquatico. Nonostante la loro vita nell'oceano, però  i "delfini" (termine generico che non si riferisce ad un solo animale ma a molte specie, tutte appartenenti alla famiglia Delphinidae), sono mammiferi. In quanto mammiferi gli antenati di questi animali camminavano, come noi, sulla terraferma e, sempre come noi, respiravano all'aria aperta.

La storia evolutiva dei delfini è affascinante e traccia un percorso di adattamenti straordinari che li hanno portati a diventare gli abitanti degli oceani che conosciamo oggi. L'antenato dei cetacei camminava sulla terra, i primi precursori dei cetacei come Pakicetus, erano animali quadrupedi simili a piccoli mammiferi carnivori. Questi animali vivevano sulla terraferma e si sono evoluti gradualmente ad adattarsi a un ambiente acquatico. Durante il processo evolutivo le forme del loro corpo si adattarono alla vita marina: la zampe anteriori si svilupparono in pinne flessibili e la coda si espanse in una struttura larga e appiattita chiamata fluke, che è essenziale per il nuoto.

Ma perché sono cambiati così tanto? Durante epoca geologica nota come Eocene, periodo approssimativo tra i 56 e i 34 milioni di anni fa, si sono verificati enormi cambiamenti ambientali: soprattutto, le acque marine si sono riscaldate e si sono estese sempre di più. Si sono così creati nuovi spazi a disposizione, con più cibo e meno predatori. Pertanto, il vantaggio che si poteva avere ha portato gli antenati dei delfini ad esplorarli, fino a riuscire a fare dell’ambiente acquatico la loro “casa”.

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J.G.M ET AL. 2002

Come fanno i delfini a respirare sott'acqua?

I delfini hanno adattato il loro sistema respiratorio per la vita in acqua. Nonostante vivano nell'oceano, hanno i polmoni, il che significa che non possono respirare sott'acqua come i pesci, che estraggono l'ossigeno disciolto dall'acqua attraverso le branchie. I delfini dipendono dall'aria atmosferica per ottenere l'ossigeno di cui hanno bisogno per sostenere il loro metabolismo. Il che significa che devono emergere periodicamente per prendere fiato.

Questi animali hanno una struttura chiamata "spiracolo" che si trova sulla parte superiore della loro testa. Lo spiracolo è un piccolo foro che si apre e si chiude e che consente al delfino di respirare senza dover emergere completamente dall'acqua. Vista la sua funzione viene anche definito sfiatatoio. Periodicamente salgono in superficie, aprono lo spiracolo, spingendolo sopra la superficie, buttano fuori la CO2 e inspirano aria nuova. Dopo aver riempito i polmoni d'aria, i delfini chiudono lo spiracolo e tornano nuovamente sott'acqua. Qui possono trattenere il respiro fino ad un massimo di 10-15 minuti.

Avendo una quantità di ossigeno limitata, non devono consumarla tutta subito e il loro organismo deve, per così dire, rallentare il ritmo. Se registrassimo il battito cardiaco di un delfino quando si immerge, lo sentiremmo diminuire e, contemporaneamente, il flusso del sangue verrebbe indirizzato verso gli organi più importanti, come il cervello e il cuore, per consentire loro di sopravvivere nonostante la mancanza d’aria.

Anche le acrobazie e i tuffi che fanno di continuo servono a respirare. Sappiamo che quando ci tuffiamo arriviamo in poco tempo a toccare il fondale, infatti prima di buttarci controlliamo che non ci siano scogli. Ecco, il delfino salta proprio per arrivare subito in profondità. Ciò consente loro di avere abbastanza fiato per cacciare prede senza dover subito riemergere.

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Come funziona l'ecolocalizzazione dei delfini

Queste creature incredibili sono note non solo per le loro acrobazie e il loro spirito giocoso, ma anche per il modo straordinario con cui si comunicano tra di loro.

I delfini riescono a capire tutto quello che avviene sott’acqua grazie a regioni cerebrali coinvolte nell'elaborazione di informazioni sensoriali provenienti dall'ambiente circostante. La più importante è l'ecolocalizzazione, che sfruttano per cacciare, comunicare e interagire. Proprio questa abilità dei delfini è stata usato per progettare alcune tecnologie: il sensore che fa spegnere lo schermo quando avviciniamo lo smartphone al viso è una di queste.

Vediamo come funziona. Come dice il nome stesso, il delfino riesce, tramite l'eco, a localizzare prede ed ostacoli. Per iniziare questo processo, il delfino emette una serie di suoni, noti come click o impulsi sonori, attraverso il melone (un organo situato nella parte superiore della testa).

Una volta emessi, i suoni viaggiano attraverso l'acqua, che ha una velocità di propagazione del suono 5 volte superiore all’aria. Così, le onde sonore riescono a diffondersi e spostarsi per grandi distanze. Quando incontrano una preda o un ostacolo, vengono riflessi e tornano indietro proprio come fa l’eco. I suoni riflessi vengono poi catturati da un deposito adiposo, che il delfino possiede tra la mandibola inferiore e l’orecchio.

Grazie a queste caratteristiche, con un po’ di allenamento, i delfini riusciranno a cogliere le differenze di frequenza, di intensità e la distanza degli eco-segnali, riuscendo a determinare tutte le caratteristiche dell’oggetto che ha colpito con i suoi suoni: la sua natura, la sua forma e la dimensione. I delfini emettono impulsi sonori in loop per rilevare gli echi mentre nuotano. Questa abilità consente loro di reagire istantaneamente alle situazioni e di cacciare con successo anche dove non vedono praticamente niente.

I delfini sono animali sociali e vivono spesso in gruppi chiamati branchi o sciami. La loro comunicazione è fondamentale per coordinare le attività del gruppo. I delfini possono emettere richiami e segnali che indicano l'inizio di caccia, la scoperta di prede o il pericolo imminente. Questi suoni di gruppo sembrano consentire una cooperazione efficace tra i membri del branco, contribuendo alla loro sopravvivenza e al successo nella caccia.

Un esempio incredibile di strategia di caccia è la loro pesca a strascico o "Strand Feeding". Lo "strand feeding" è un comportamento affascinante e unico osservato in alcune popolazioni di delfini, in particolare nei delfini tursiopi (Tursiops truncatus), che vivono in alcune parti del mondo, come la Carolina del Sud negli Stati Uniti. Questo comportamento consiste nel cacciare prede, come i pesci, spingendo deliberatamente se stessi e le loro prede fuori dall'acqua e sulla riva, dove possono essere raggiunti e catturati più facilmente. Questo comportamento mostra la notevoli capacità di problem solving e di adattamento.

Delfini e biomimetica

Tutte le incredibili capacità di questi animali hanno ispirato la biomimetica. La biomimetica è l'approccio di trarre ispirazione dalla natura e dai suoi modelli, sistemi e processi, per risolvere problemi e sviluppare nuove tecnologie. I delfini, come molte altre creature marine, offrono una vasta gamma di adattamenti evolutivi che possono ispirare l'innovazione umana in vari settori. Ecco alcune aree in cui la biomimetica basata sui delfini ha influenzato la progettazione e lo sviluppo: il sonar, il biosonar, i robot sottomarini, dispositivi medici (come quelli per aiutare i non vedenti a rilevare ostacoli e muoversi in ambienti che non conoscono), o anche i sistemi di aiuto alla guida per veicoli.

La biomimetica basata sui delfini dimostra come il mondo naturale possa offrire soluzioni creative e funzionali ai problemi. Studiando attentamente gli adattamenti dei delfini e altri organismi marini, gli scienziati e gli ingegneri possono contribuire allo sviluppo di soluzioni sostenibili e altamente efficienti, permettendo di elaborare tecnologie anche per studiare la fauna marina stessa, al fine di salvaguardarla.

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Che "lingua" parlano i delfini?

Grazie al software di riconoscimento vocale, i ricercatori hanno identificato e classificato diversi tipi di chiamate. Hanno così scoperto che ogni individuo all’interno di un gruppo ha una “voce”. Questi mammiferi, oltre ad una lingua complessa con una grande varietà di suoni: click, fischi, grida, scatti, squittii e canti, hanno la capacità di emettere vocalizzazioni uniche e individuali, chiamate "fischi distintivi" o "fischi firma". Questi suoni sono come una sorta di firma vocale personale per ciascun delfino e possono essere paragonati alle impronte digitali umane.

Questa capacità di riconoscere individualità attraverso i suoni, è stata studiata in dettaglio e ha importanti implicazioni per la ricerca e la conservazione dei delfini. Ad esempio, gli studiosi possono monitorare i movimenti e il comportamento dei delfini, questo permette loro di ottenere informazioni sulla struttura sociale, i modelli di movimento e altri aspetti della vita dei delfini in natura.

La capacità dei delfini di avere voci distinte, è un esempio impressionante della complessità della loro comunicazione e della loro intelligenza sociale.

Quanto sono intelligenti i delfini?

Le intelligenze dei delfini sono diverse dalle nostre. Queste specie condividono alcune similitudini con l'intelligenza umana, come l'apprendimento, la memoria e la comunicazione ma si sono adattate a un ambiente marino unico con esigenze e sfide diverse dalle nostre. Pertanto, la misurazione delle intelligenze deve tener conto dei contesti specifici in cui vivono le diverse specie.

I delfini sono indubbiamente creature eccezionalmente cognitive, ma la definizione e la misurazione delle intelligenze sono argomenti complessi e dibattuti in campo scientifico. Semplificare, umanizzando i delfini, non porta solo a una comprensione errata ma anche ad approcci sbagliati nei loro confronti.

Facciamo un esempio: conosciamo tutti il loro salto fuori dall'acqua, noto come bow-riding, ne abbiamo parlato anche all’inizio come strategia di respirazione. Questo comportamento è spesso osservato anche nei delfini, e in altre specie marine, che si avvicinano alle imbarcazioni e nuotano vicino alla prua o alla poppa.

L'uomo tende a interpretarlo come una forma di gioco, ma in realtà i delfini si avvicinano alle imbarcazioni per sfruttare le onde prodotte dal movimento della nave, che li aiuta a risparmiare energia durante il nuoto. Interpretandolo come un gioco, noi potremmo incoraggiarli inconsapevolmente a farlo, alterando il comportamento naturale di questi animali.

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Cosa fare se si incontra un delfino?

Anche se può sembrare affascinante essere vicino a un delfino che salta dall'acqua, nuotare insieme a loro potrebbe comportare anche alcuni rischi da tenere in considerazione. I delfini sono animali forti, grossi e veloci.

Capita raramente, grazie alle loro avanzate abilità di localizzazione e navigazione, ma è possibile che un delfino possa colpire accidentalmente una persona. Se un delfino salta improvvisamente, c'è il rischio di una collisione accidentale, che potrebbe causare lesioni o incidenti. Sono comportamenti non intenzionali, tuttavia, gli urti possono avvenire ad una velocità di 40 km/h e il peso di un tursiope adulto varia dai 150 ai 650 chilogrammi, con una lunghezza media di circa 2,5 metri.

Non possiamo aspettarci che i delfini si comportino come animali domestici e fraintendere i loro segnali, è pericoloso. I delfini rimangono animali selvatici e interagire con loro richiede molta attenzione e rispetto.

È importante sottolineare che i delfini non hanno intenzione di ferire gli esseri umani e non rappresentano una minaccia per le persone.  Tuttavia, quando si tratta di interagire con i delfini in natura, è importante rispettare le linee guida e le regolamentazioni per garantire la sicurezza sia degli esseri umani che dei delfini stessi.

Se a bordo di una barca dovessimo avvistare un delfino è necessario mantenere una distanza adeguata (solitamente diverse decine di metri) così da non disturbare le loro attività e da non rischiare collisioni.

È importante che non siamo noi ad avvicinarci: se lo desiderano, lasciamo che si avvicinino loro spontaneamente. Non gettiamo cibo o oggetti in acqua per attirarli, inquiniamo il mare e rischiamo di causare problemi di salute, il loro organismo non è fatto per processare quegli alimenti.

Bisogna anche evitare di urlare se li vediamo. Loro sono sensibili ad ultrasuoni, figuriamoci alle alte frequenze delle nostre voci.

Infine, per le persone che si vogliono tuffare per nuotare con loro: se potete, evitate. Siamo esseri sconosciuti che ad un tratto arrivano, li fissano e li vogliono toccare, una fonte di stress che li spinge ad allontanarsi. Così facendo facciamo sì che loro ci vedano come una minaccia il che, viste le loro capacità, non è cosa buona.

Oppure rischiamo di farli abituare a una nostra presenza positivamente, il che può essere deleterio per i selvatici.

Nel caso si avvicinano loro spontaneamente, godiamoci la loro presenza limitando al minimo il contatto.

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