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15 Aprile 2022
15:43

La storia di Simba, il gatto rimasto bloccato in Ucraina riabbraccia la sua famiglia

Il gatto Simba, rimasto in Ucraina per tutto il conflitto, è arrivato ieri in Italia dove grazie all'intervento dell'Enpa nazionale ha potuto riabbracciare la sua famiglia.

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simba gatto ucraina
Il gatto Simba riabbraccia la sua famiglia

Il gatto Simba ha riabbracciato la sua famiglia dopo un lungo viaggio dall'Ucraina all'Italia. Qui ha finalmente potuto incontrare di nuovo Svetlana e Enzo, lei ucraina, lui italiano. La coppia ha sempre vissuto in Italia con la figlia ma quando è scoppia la guerra, il 24 febbraio 2022, si trovano a Leopoli, a casa della famiglia di Svetlana.

«Siamo scappati di corsa quando hanno cominciato a cadere le bombarde vicino a Leopoli, non siamo riusciti a portarlo con noi e lo abbiamo affidato temporaneamente a un amico di famiglia. Però mi mancava troppo»,  ha raccontato Svetlana.

La fuga è precipitosa e in macchina si stringono in sei con nonna, figlia, e tre nipoti piccoli al seguito e anche un cane. «Simba, che non ha mai amato viaggiare in macchina e non ama il trasportino, non lo sopporta per niente e non vuole partire», ha spiegato Svetlana, che decide quindi di affidarlo a un vicino di casa, intenzionato a restare, e che si è offerto di prendersi cura di lui finché non riusciranno ad organizzarsi.

Una storia molto simile a quelle dei tanti animali e umani in fuga dalla guerra raccontate da Kodami all'interno dell’ambulatorio veterinario di Napoli. All'interno dell'hub veterinario Natalia ha confidato che per lei la fuga con il figlio Nazar è solo una fase temporanea, la loro casa è a Kiev, dove sono rimasti la madre, il padre e il fratello. Per Natalia, la separazione è solo momentanea, e così, secondo Svetlana, sarebbe dovuto essere l'addio a Simba.

Quando Svetlana ed Enzo comprendono la reale portata della guerra, iniziano a temere per il gatto e si attivano per chiedere aiuto. L'appello arriva quindi all'Ente Nazionale Protezione Animali che in Ucraina ha contatti con diverse associazioni sul posto per organizzare il trasporto dei tanti carichi di aiuti mandati, oltre 149 tonnellate tra aiuti per animali e persone. «Svetlana ha un rapporto simbiotico con Simba, che l'ha aiutata più volte ad affrontare i momenti difficili della sua vita», hanno spiegato dall'Enpa.

«Abbiamo contattato la Peta con la quale collaboriamo per la campagna Cruelty Free Cosmetics, che a sua volta ha contattato la Peta Germany presente a Leopoli e i volontari Peta Daniel, e Petya hanno recuperato Simba e lo hanno portato in Polonia. Restava da coprire il tragitto fino in Italia», ha poi sottolineato Carla Rocchi, presidente dell'Enpa.

«Negli stessi giorni, sulla mail ucraina@enpa.org, alcune persone di Roma ci hanno scritto dando la disponibilità a portare in Italia qualcosa o qualcuno dall’Ucraina. Le persone giuste per portare Simba a Roma. Li abbiamo contattati e l’ultima tappa del viaggio che ha riportato Simba a Svetlana è stata coperta con successo», ha concluso la Presidente.

Svetlana e Carla Rocchi insieme al gatto Simba
Svetlana e Carla Rocchi insieme al gatto Simba

I volontari che hanno portato ieri Simba nella sede dell'Enpa nazionale sono Marco e Valentina di "Arredarte tende" di Roma, Don't Worry Onlus e Centro Ippico Cavallino Bianco. Ad attenderli Svetlana che non vedeva l'ora di rivedere il suo Simba.

«Qualcuno ci ha chiesto: "tutto questo tempo e lavoro per un solo gatto? Ma ne vale la pena?". Simba è un simbolo – ha chiosato Rocchi – Per Svetlana è come un figlio e rappresenta i tanti fragili che sono rimasti indietro e di cui nessuno si deve dimenticare. La felicità sul volto di questa famiglia e negli occhi del piccolo Simba sono valsi gli oltre 20 giorni di lavoro, telefonate, messaggi e preoccupazioni di vario tipo. Noi lo abbiamo detto forte e chiaro dal principio: per tutti coloro, umani e animali, che stanno soffrendo in Ucraina Enpa c'è e vuole esserci, che sia un solo gatto che deve riabbracciare la famiglia o i 43 cani e 7 gatti che abbiamo portato in Italia direttamente noi oltre a quelli,  sempre provenienti dall’Ucraina, di cui ci prendiamo cura quotidianamente. Che si tratti di accogliere, inviare aiuti, utilizzare contatti e connessioni per aiutare le persone a raggiungere posti sicuri noi ci siamo. Ogni singola vita, umana o animale, merita protezione e soccorso».

Giornalista per formazione e attivista per indole. Lavoro da sempre nella comunicazione digitale con incursioni nel mondo della carta stampata, dove mi sono occupata regolarmente di salute ambientale e innovazione. Leggo molto, possibilmente all’aria aperta, e appena posso mi cimento in percorsi di trekking nella natura. Nella filosofia di Kodami ho ritrovato i miei valori e un approccio consapevole ma agile ai problemi del mondo.
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