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Lo show di Tedua è monumentale: il rapper porta Napoli all’Inferno e rende omaggio a Pino Daniele

Tedua ha portato a Napoli il suo La divina commedia tour e con una scenografia monumentale e un repertorio diventato instant classic non delude i seimila del Palapartenope.
A cura di Francesco Raiola
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Tedua (Andrea Bianchera)
Tedua (Andrea Bianchera)

È il 2023 ma sembra il 2016, sono passati 7 anni, ma la generazione trap che ha cambiato il mercato musicale italiano è ancora lì, continua a pubblicare, andare primo in classifica, imporsi e restare. Tedua è uno dei protagonisti assoluti di quel momento, nel 2017 esordiva con Orange County California, seguito l'anno dopo da Mowgli, ma ci sarebbero voluti 5 anni, annunci, cambi d'idea, mixtape prima di arrivare a La divina commedia, l'album che quest'anno ha conquistato più numeri uno in classifica e che il rapper genovese sta portando in tour nei palazzetti italiani, con uno show che si innalza ben al di sopra della media nazionale.

Sono lontani i tempi in cui i trapper salivano, da soli, accompagnati da basi e scenografie scarne, le cose sono cambiate: quello di Tedua è uno show imponente, con un'idea e una produzione importanti, che mettono in risalto il rapper e la sua idea di musica, ma soprattutto la sua crescita. Tedua non è più quello accusato di andare fuori tempo, come ricorda anche in Bagagli, ma quello che, però, è riuscito a ritrovare la spontaneità ("Quante volte fuori tempo, però ho fatto successo ed il motivo è che davvero ci credevo. Stavo dimenticando il metodo, la pancia, il figlio di puttana quale sono"). E il pubblico l'ha capito, lo ha seguito e tra i 105 mila biglietti venduti ci sono anche i sei mila del Palapartenope di Napoli, dove ha portato il suo Inferno, quello creato dallo studio Blearred Milano che ha messo su una scenografia che riprende proprio la Divina commedia dantesca, piena di diavoli a fare da sfondo alla band.

Tedua (ph Andrea Bianchera)
Tedua (ph Andrea Bianchera)

Il pubblico intona "Mario, Mario", lo acclama, lo vuole sul palco, canta tutto, rappa assieme a lui che regala oltre trenta canzoni, due momenti di mix dei vecchi successi, che servono per concludere i tre cambi d'abito, ma c'è tempo anche per cantare col pubblico Whitney Houston e regalare un omaggio a Pino Daniele, come spiega lo stesso rapper: alla fine di Soffierà, infatti, nel palazzetto napoletano risuonano le note di "Sara non piangere". Tedua ricorda il suo ultimo concerto a Napoli, era il 2018 ed era il tour di Mowgli: "Era un posto molto più piccolo" e ha ragione, era il Duel Beat, club situato ad Agnano che non raggiunge le mille persone di capienza. Eppure molti erano anche lì, lo seguivano da allora, stanno crescendo con lui, ne hanno vissuto anche il periodo più creativamente difficile.

Dal palco partenopeo saluta Geolier che non può essere con lui a causa delle regole del Festival di Sanremo, saluta Capo Plaza e improvvisa Polvere, chiedendo al pubblico di doppiare le barre del rapper di Salerno ("Ora che sono a Napoli non posso non farla, mi cantate in faccia la strofa di plazito?" chiede ai fan, ma prima porta con sé Vaz Tè, uno dei sodali, protagonista della Drilliguria, assieme, tra gli altri, a Izi e Bresh che appaiono spesso sui visual durante i mix con i vecchi video. Lo sguardo è sempre rapito dalla scenografia, tutto fila perfettamente, forse, se proprio si vuole trovare il pelo nell'uovo, gli assoli (di chitarra e sax) sembrano stridere un po' con il complesso, ma de gustibus e il pubblico alla fine apprezza tutto. Il filotto finale con Lingerie, Hoe, Malamente e Bagagli è un filotto che manda il pubblico in delirio fino alla fine con Vertigini e l'Outro.

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