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Elodie ha confermato di essere la popstar di cui avevamo bisogno: a Napoli è un bagno d’amore

Elodie ha dato il via al suo tour nei palazzetti con una doppia data al Palapartenope di Napoli.
A cura di Francesco Raiola
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Elodie col corpo di ballo durante il concerto di Napoli
Elodie col corpo di ballo durante il concerto di Napoli

Col tempo Elodie ha costruito un repertorio capace di reggere un palazzetto per oltre un'ora e mezza di musica e questa cosa, solo pochi anni fa, non era scontata. La cantante è partita con la doppia data di Napoli col suo novo tour che riprende quello che abbiamo già visto qualche mese fa al Mediolanum Forum ma che si arricchisce del momento clubbing dedicato al suo clubtape “Red Light”, uscito lo scorso ottobre e con cui ha voluto ritagliarsi un momento specificatamente da dancefloor. Quello di Elodie, va detto subito, è uno show riuscito, nella scaletta, nelle coreografie, nella risposta del pubblico e nella capacità di tenere il palco. È uno show che oltre alle canzoni ha, concettualmente, il corpo come elemento cardine: il corpo della cantante, certo, ma anche il corpo di ballo, e i corpi del pubblico, costantemente rivolti verso di lei.

Non ne ha mai fatto mistero, Elodie, che è attraverso il corpo che passa uno dei messaggi a cui tiene di più, quello della libertà individuale femminile. Ed è attraverso il corpo che veicola anche altri messaggi, come quello contro la guerra o contro il genere che determina la libertà di una persona. Lo spettacolo, quindi, mescola quello per cui Elodie è amata, ovvero le canzoni, alla volontà di prendersi carico di un messaggio di libertà, e Red Light è stato registrato anche per questo. Lo spettacolo è costruito su un nocciolo di ventisei canzoni, che possono aumentare anche in base agli ospiti – a Napoli, nella prima data ci sono stati Geolier e Gigi D'Alessio -, che mostrano la voglia di fissare dei punti ma soprattutto di disegnare quello che è il suo percorso presente e, quindi, far ascoltare molte delle canzoni presenti in "Ok.Respira".

Il concerto comincia proprio come la tracklist del suo ultimo album, con Purple in the Sky, Dans la vie e Strobo, interrotte dal duetto formato da Guaranà e Nero Bali, prima di tornare a una Ok.Respira accolta dal boato del pubblico. Elodie usa tutto il lungo palco che ha a disposizione, inizialmente sfruttato col solo corpo di ballo, mentre il quello principale è coperto, come la band e le coriste che l'accompagnano. Poi il disvelamento. I blocchi musicali sono cinque, il primo, appunto, dedicato quasi completamente all'ultimo lavoro, nel secondo ci sono successi come Andromeda, Vertigine, Pensare male – seguita, nella prima data, da Chiagne assieme a Geolier -, A fari spenti e la cover di American Woman. Poi è la volta, appunto, del blocco dancefloor con le canzoni di Red Light che trasportano fino ai due blocchi finali con successi come La coda del diavolo, Tribale – seguita da "Una magica storia d'amore", fatta con D'Alessio durante la prima data – un  omaggio a "Festival" di Paola e Chiara la seconda sera, Ciclone e Due mentre l'ultimo blocco è composto da Pazza musica, Margarita e Bagno a mezzanotte, cantati con la maglia del Napoli del secondo scudetto.

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C'è chi, nei mesi scorsi, ha avvicinato Elodie, il suo live, il modo in cui si presenta sui social – e anche nella volontà di attivismo sui diritti civili – a Beyoncé, e non sempre per farle un complimento. L'idea è quella di paragonarle per sottolinearne le differenze. Che Elodie abbia studiato Beyoncè – ma non solo lei, ciao Madonna – è evidente, eppure qui pare difficile leggere quella che era la formulazione di trash fatta da Tommaso Labranca nel suo "Andy Warhol era un coatto": in quel saggio, infatti, si arrivava a quella che in futuro sarebbe stato assunta come formula definitiva del trash, ovvero l'emulazione fallita di un modello alto. Quello che succedeva, insomma, quando Emilio Fede cercava di imitare la CNN con Paolo Brosio come inviato. Un vorrei ma non posso, condito di ridicolo. Ecco, non c'è fallimento in Elodie, tantomeno qualcosa di ridicolo, anche perché non c'è la voglia di imitazione, al massimo di ispirazione. Di sicuro Elodie ha costruito uno show che ambisce, senza dubbio, a una dimensione più ampia di quella che siamo abituati a vedere in Italia.

Tornando al concerto, il calore del pubblico ha sorpreso anche lei, che la prima sera ha avuto più di qualche difficoltà a portare avanti canzoni e spettacolo, tanta era l'emozione, smorzatasi un po' durante la seconda, quando ha anche voluto ricordare con un minuto di silenzio Giulia Cecchettin, la ragazza uccisa dall'ex compagno e il cui corpo era stato trovato poche ore prima. Quello che sorprende di questi live non è tanto la solidità di uno show pensato e realizzato in grande, né quanto, ormai, Elodie lo maneggi alla perfezione, a sorprendere è la crescita esponenziale avuta dalla cantante – che qualche anno fa non trovava una propria dimensione, cambiando manager e non riuscendo a esibirsi live – ma soprattutto l'impressione che la parabola non abbia ancora raggiunto il punto più alto e che possa, di conseguenza, crescere ancora.

Questa la setlist dei concerti di Napoli

  • Purple In The Sky
  • Danse La Vie
  • Strobo
  • Guaranà / Nero Bali
  • Ok. Respira
  • Andromeda
  • Vertigine
  • American Woman
  • Pensare Male
  • Chiagne (con Geolier) – solo la prima sera
  • A Fari Spenti
  • Red Light
  • Glamour
  • Elle
  • Euphoria
  • Ascendente
  • Lontano Da Qui
  • La Coda Del Diavolo
  • Mai Più
  • Boy Boy Boy
  • Tribale
  • Una magica storia d'amore (cover di Gigi D'Alessio, cantata con lui durante la prima tappa di Napoli)
  • Ciclone
  • Due
  • Pazza Musica
  • Margarita
  • Bagno A Mezzanotte
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