Obbligo canzoni italiane in radio, Alessandro Morelli: "Quella di De Gregori è posizione ideologica"
pubblicato il 14 marzo 2019 alle ore 10:19
Sta facendo molto discutere la proposta di legge sull'obbligo del 33% di canzoni italiane in radio.
Proposta presentata dal presidente della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera Alessandro Morelli ( e firmata anche dai deputati Maccanti, Capitanio, Cecchetti, Donina, Fogliani, Giacometti, Tombolato e Zordan), dal titolo 'Disposizioni in materia di programmazione radiofonica della produzione musicale italiana', che ha come obiettivo quello di tutelare e difendere la Cultura italiana, come l'ex direttore di Radio Padania ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it: "La ratio della proposta è la tutela e la difesa della cultura italiana: la musica ne è uno dei pilastri, purtroppo ci si dimentica quanto valore dia la musica alla nostra economia e alla nostra società. Riteniamo che sia molto importante tutelare la nostra musica anche attraverso le radio, tanto più con i nuovi modelli di produzione musicale, le grandi piattaforme internet, unire i due modelli, quello tradizionale delle radio e dall'altra parte i nuovi modelli web, permetterà di avere un aumento esponenziale del nostro patrimonio culturale perché il 10% di questa riserva sarà dedicato a giovani talenti e piccole etichette".
Tra i critici rispetto a questa proposta c'è anche Francesco De Gregori che durante un incontro con alcuni giornalisti ha definito la proposta una "
stronzata": "Mi dispiace molto per De Gregori - ha continuato Morelli - , gli girerò il testo della legge, perché non l'ha neanche potuta leggere eppure l'ha già apostrofata in questa maniera. Ritengo sia una posizione ideologica e non c'è problema, capisco anche le posizioni di alcuni esponenti del PD e non solo che definiscono questa norma come una norma sovranista, purtroppo si dimenticano che la stessa proposta è stata lanciata nel 2017 dall'allora Ministro Franceschini, Veltroni fece una norma simile per quanto riguarda il Cinema. Questa non è una norma sovranista ma una norma che prevede e auspica la tutela della Cultura italiana di cui, chiaramente, la musica è uno dei pilastri, valorizzando i giovani e le piccole etichette".
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