Amedeo Minghi: "Mi è costata fatica arrivare dove sono oggi, ma il lavoro paga sempre"
pubblicato il 31 ottobre 2016 alle ore 16:03
Cinquant'anni vissuti da protagonista per Amedeo Minghi che ha segnato un pezzo di musica italiana a cavallo di due secoli. Cinquant'anni che in queste settimane il cantante ha voluto festeggiare con il triplo cd "La bussola e il cuore", diviso in tre parti, con gli inediti, con alcuni dei suoi successi e quello con successi scritti per altri e canzoni nate dal suo percorso di fede. Ai microfoni di Fanpage.it ha spiegato che l'ha sempre saputo che sarebbe diventato un musicista, lo scriveva anche nei temi quando era piccolo, ma chissà se immaginava di diventare autore di brani come "L'immenso" o la bellissima "1950", canzone che parla dell'Italia del dopoguerra che ancora poteva sognare e sperare.50 ANNI DI MUSICA
"Non è rimasto immutato quasi nulla, è tutto cambiato, ma quello al quale sono rimasto legato è la scelta di scrivere questo tipo di musica e questo tipo di canzoni, anche perché mi è costata tanta fatica arrivare a formulare una mia forma d'espressione, a scrivere, ad esempio, un brano come 'L'immenso', che ha avuto un successo europeo enorme".
IL NUOVO ALBUM
"La bussola e il cuore" segna anche il passaggio del cantante alla Sony, da cui è partito con questo album che parte dal passato per ripercorrere la strada che lo ha portato a dove è oggi: "Ho diviso il lavoro in 3 lavori: gli inediti che sono la Bussola, ci guidano attraverso questo viaggio, il secondo il Cuore che per metà è dovuto al fatto che ho lasciato ad alcuni grandi successi popolari e la seconda parte del mio percorso di fede e il terzo, invece, ci portano indietro nel tempo, ma ci danno anche uno slancio per il futuro".
1950
Una delle sue canzoni più amate è senza dubbio '1950' che lo stesso Minghi spiega così: "È il simbolo cantato di questa Italia del dopo guerra, nel quale mi augurerei di poter tornare, perché c'era tanta speranza, voglia di fare, di costruire e anche la possibilità di farla. Quando Serenella dice che vuole un bambino, non è il bambino in sé, ma di un futuro e lui la porterà al mare, verso la libertà, verso la possibilità concreta di concretizzare il loro futuro.
LA FEDE
A un certo punto della sua esistenza, però, Minghi ha riscoperto la fede, grazie a un incontro casuale con Giovanni Paolo II: "Sono di quelli che la fede la vive in maniera privata. Certo l'incontro con Giovanni Paolo II avvenuto per caso ha risvegliato in me certi sentimenti sopiti, soprattutto la possibilità che è scattata di aver su commissione la richiesta di scrivere delle cose".
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