Intervista a Gemitaiz dopo la polemica con Salvini: "Il razzismo è come il nazismo, ci andrò sempre contro"
pubblicato il 15 giugno 2018 alle ore 20:14
Noi di Fanpage.it abbiamo ascoltato le ragioni e le argomentazioni di Gemitaiz dopo la storia di Instagram contro Matteo Salvini. È amareggiato soprattutto perché si è reso conto di avere una parte di fan contro di lui, ammette che "di politica non mi è mai fregato niente" ma anche che "ci sono valori imprescindibili nella vita e uno di questi è l'uguaglianza". Si è risentito per i suoi modi, ma non indietreggia di un passo circa la volontà di contrastare con le idee e con la musica chi crea e favorisce comportamenti discriminatori.
Prima di parlare della storia su Instagram, ti va di argomentare meglio quella che è la tua posizione su Matteo Salvini.
"Di politica non mi frega niente, non mi è mai fregato niente e non mi sono mai intromesso in queste faccende perché non è il mio pane quotidiano. Allo stesso tempo, quando una cosa del genere comincia a rappresentare ideologismi che vanno oltre, perché ci sono valori imprescindibili nella vita e uno di questi è l'uguaglianza, io non ho una posizione su Matteo Salvini a livello politico ma a livello civile. Il suo modo di comunicare e gestire la cosa ha dell'odio di fondo. È un razzista, per quello che ha fatto in passato, per le uscite che ha avuto, sono cose che non possono essere dimenticate. Nella sua posizione non c'è una questione meramente politica, c'è una questione di base, un dato di fatto, lui non considera queste persone al suo stesso livello. Qui si parla di razzismo. Il razzismo è come il nazismo, dobbiamo andargli contro."
Scriveresti ancora quello che hai scritto?
"Mi risento di aver scritto quella cosa su Instagram perché posso passare, non ti dico dalla parte del torto perché non c'è di avere torto o ragione perché è nell'unico modo quella cosa, però mi risento. Io gli auguravo il peggio, non la morte. Mi rendo conto che mi sono fatto prendere dall'incazzatura del momento, perché mi sono andato a leggere i commenti che scrivevano nelle bacheche dei rappresentati di questo paese. Ha condiviso la mia notizia Calderoli, lo stesso che ha chiamato scimmia la Kyenge. Io se lo vedo Calderoli, gli sputo. Questa è gente che andrebbe rinchiusa."
Stai ricevendo tuttora minacce sulle tue pagine.
"Se vai sulla mia pagina di Facebook, stanno insultando mia madre, mio padre che è morto. Sono un branco di ignoranti, capre con le quali io non condivido nulla e mi vergogno di condividerne la cittadinanza italiana. Io questa gente la vorrei vedere in galera, non io che scrivo contro Salvini. Non condivido niente di quello che fa e dice questa gente. Capisco di aver fatto il massimo che potevo fare, continuerò a dare il mio sostegno in maniera normale, tanto il casino mediatico è scoppiato. Adesso sta alla gente scegliere da che parte stare e come farlo."
di Gennaro Marco Duello
montaggio di Francesco Galgano
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