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“Raccolga tutti i contanti e gli oggetti in oro”: l’audio della truffa a un anziano svela la tecnica del finto incidente

Tre malviventi, dediti alle truffe ai danni di anziani, sono stati arrestati a Napoli dai carabinieri. I militari hanno registrato gli audio di una tentata truffa a un 90enne, nella quale i malviventi utilizzato la tecnica del finto incidente.
A cura di Valerio Papadia
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Tre uomini, dediti alle truffe ai danni di anziani indifesi, sono stati arrestati a Napoli, precisamente nel quartiere Ponticelli: l'operazione è stata condotta dai carabinieri della Sezione Operativa del Nor della compagnia di Lamezia Terme, dopo una truffa messa a segno ai danni di un anziano 93enne della provincia di Varese e di due tentate truffe ai danni di altrettanti anziani della provincia calabrese.

Proprio in occasione di una delle due tentate truffe, i carabinieri sono riusciti a registrare le telefonate intercorse tra i truffatori e la vittima designata: grazie alla registrazione, i militari dell'Arma hanno svelato il modus operandi dei malviventi, che utilizzavano la tecnica ormai tristemente nota del finto incidente. In primo luogo, uno dei truffatori contatta l'anziano fingendosi un carabiniere, prospettando l'arresto di suo figlio a seguito di un incidente. Successivamente, un altro truffatore si mette in contatto con la vittima, fingendosi invece l'avvocato del figlio e rivelando che, grazie a un accordo, nei confronti del giovane possono cadere tutte le accuse se alla parte lesa viene corrisposto un risarcimento in denaro, per la precisione la somma di 9.800 euro.

A questo punto il truffatore chiede all'anziano non soltanto di racimolare tutto il denaro contante che ha in casa, ma anche tutti gli oggetti in oro, o comunque di valore, e di elencarglieli; questi ultimi, ci tiene a ribadire il malvivente, servono soltanto come garanzia del pagamento e verranno restituiti. Sarà lui stesso, dice ancora all'anziano, a recarsi presso la sua abitazione a ritirare soldi e preziosi.

Le indagini dei carabinieri di Lamezia Terme e della Procura di Palmi hanno rivelato anche l'organigramma che componeva la banda:

  • telefonisti, incaricati di telefonare alla vittima fingendosi carabinieri e prospettando un finto incidente di un parente, al seguito del quale era scattato l'arresto e richiedendo denaro oppure oggetti preziosi a titolo di cauzione;
  • organizzatori logistico-operativi, che avevano il compito di organizzare gli spostamenti dei complici;
  • esattori, che fingendosi avvocati o carabinieri, si recavano presso le abitazioni delle vittime per farsi consegnare il denaro o gli oggetti di valore.
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