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Kristian El Dosoky, eco influencer: “Ho trovato una ragione di vita ripulendo il mondo dai rifiuti”

Kristian El Dosoky ha 38 anni, è nato e cresciuto in provincia di Milano e dalla morte del padre, cittadino egiziano arrivato in Italia negli anni 80, ha iniziato a raccogliere rifiuti per ripulire paesi e città. Oggi racconta la sua avventura sui social, dando l’esempio a migliaia di persone.
A cura di Chiara Daffini
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Kristian El Dosoky
Kristian El Dosoky

Sui social – Instagram in particolare – si racconta attraverso la sua pagina "10ksteps4future", ma nella vita reale è Kristian El Dosoky, 38enne nato e cresciuto in provincia di Milano con una vocazione particolare per l'ecologia, a cui si è appassionato nel 2019, dopo la morte del padre e la fine di una relazione sentimentale.

Da allora Kristian raccoglie grandi quantità di rifiuti ogni settimana, sia nelle aree urbane e residenziali sia nelle discariche abusive, allertando poi i Comuni di competenza per lo smaltimento. Il tutto non per lavoro ma per passione. "Raccogliere rifiuti e ripulire il territorio – dice Kristian a Fanpage.it – mi ha fatto ritrovare un senso nella vita".

Ti definisci "eco warrior", guerriero ecologico, come è iniziata?

"È stato un percorso abbastanza doloroso da un punto di vista personale, perché arrivavo da un periodo dove avevo perso l'amore di un padre e  l'amore della ragazza con cui vivevo la relazione in quel periodo. Una mattina del marzo 2019 mio padre, egiziano, arrivato in Italia negli anni 80, si sente male, chiamiamo l'ambulanza, viene trasportato da Gorgonzola all'ospedale a Milano, dove si spegnerà dopo due settimane. Questa cosa ha fatto scattare in me una ricerca di significato della vita".

E come sei arrivato ai rifiuti?

"Ho iniziato nel giardino della scuola, un istituto comprensivo di Gorgonzola, nel settembre 2019. Sono finito a vivere lì, dopo la fine di una relazione stabile, perché mia madre è la custode. In quel periodo, inoltre, c'era stata una manifestazione dei Fridays for future a Milano a cui avevo partecipato. Terminato il corteo, ho visto un ragazzo che raccoglieva rifiuti con il volto mascherato. Si vergognava. Così io gli ho chiesto ‘Perché ti vergogni?'. Sono partito dal giardino e le zone limitrofe alla scuola, per estendermi poi in diversi Comuni, anche più lontani".

Quando hai capito che era quello il senso che cercavi?

"L'ho capito veramente quando mi sono trovato, sempre nel 2019, in Egitto. Ero lì a trovare la famiglia di mio padre, che non vedevo da 18 anni. Sono atterrato al Cairo e mi sono trovato una distesa di rifiuti ovunque. Sul Mar Rosso ho iniziato a ripulire la spiaggia dalla spazzatura che mi veniva addosso mentre nuotavo e il mio gesto ha avvicinato altre persone, che hanno fatto la stessa cosa. Ma probabilmente, se andassimo ora su quelle spiagge, i rifiuti sarebbero ancora lì, sotto gli ombrelloni, chiusi nei sacchi in cui li abbiamo riposti, perché lì i servizi ambientali non ci sono. Infatti, prima di lasciare l'Egitto, ho promesso ai miei parenti che sarei tornato per ripulire il loro Paese e l'intera Africa".

Nel frattempo sei anche sbarcato sui social.

"Sì, ho iniziato nel 2021. Lì cerco di far accrescere la consapevolezza delle persone sulle nostre scelte e i nostri gesti anche attraverso piccole azioni che chiunque può fare. Nel mio canale, infatti, si vedono tantissime azioni di clean up, trovare un luogo inquinato, sporco, e cercare di ripulirlo. Il prossimo raduno sarà il 30 marzo in via Monza a Gessate, dove c'è un campo con tre tonnellate di immondizia da rimuovere".

Hai generato un principio positivo di emulazione quindi?

"In realtà molte persone che poi si sono avvicinate veramente a me e alla mia attività le ho conosciute per strada più che sui social, però è anche vero che  tanti hanno risposto ai miei spunti proprio attraverso la pagina che ho creato su Instagram. Sui social o di persona, l'obiettivo è sempre lo stesso: continuare a creare connessioni. E da quando ho intrapreso questo percorso, le persone attorno a me hanno iniziato ad aiutarmi in tutti i modi, per questo sono convinto che il mondo è pronto alla condivisione.

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