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Opinioni
Guerra in Ucraina

Lettera agli italiani a due anni dall’inizio della guerra in Ucraina

In Ucraina le persone continuano a morire tutti i giorni. I massacri, le uccisioni, i bombardamenti scandiscono le giornate. Ma il nostro paese sembra essersene dimenticato.
A cura di Antonio Musella
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Gli italiani sembrano averlo dimenticato, ma la guerra in Ucraina è ancora in corso. Dal 24 febbraio del 2022, giorno dell'inizio dell'invasione di terra da parte dell'esercito russo nelle regioni dell'Est dell'Ucraina, i missili e i droni illuminano i cieli dell'Ucraina ogni giorno. Secondo il più recente rapporto delle Nazioni Unite (ottobre 2023) si contano 10mila morti civili accertati in Ucraina, mentre il conto dei soldati resta assolutamente approssimativo.

Non è possibile ancora oggi, dopo due anni, stabilire con esattezza le persone uccise e seppellite nelle fosse comuni dai soldati di Putin a Irpin, a Bucha, e in molti altri villaggi. Nelle città sotto occupazione russa come Mariupol, Melitopol e altre, si possono contare solo i dispersi: donne, uomini, bambini e anziani di cui non si sa più nulla.

Come è stato accertato da diverse indagini delle Nazioni Unite, molti bambini delle città occupate sono stati deportati in territorio russo ed affidate a famiglie locali. L'orrore della guerra in Ucraina si consuma ogni giorno al confine con l'Europa. Resta ad oggi la guerra più vicina a noi da un punto di vista geografico. Ma non solo, le ferite di quella guerra sono a casa nostra.

Secondo l'UNHCR 8 milioni di ucraini hanno dovuto lasciare il loro paese. Di questi 5 milioni si sono rifugiati nei paesi europei. Dopo sei mesi dall'inizio della guerra, con il respingimento delle truppe russe sono nelle regioni dell'Est, milioni di ucraini hanno deciso di ritornare nel loro paese, pur sapendo che piovono bombe ogni giorno. Impossibile ad oggi avere stime certe del numero di milioni di ucraini rientrati nel loro paese nonostante la guerra.

Chi veniva dalle città dell'est che sono oggi sotto occupazione, vive ancora nei campi profughi realizzati nelle città dell'ovest del paese. Qui trovano ospitalità o in campi container oppure in edifici pubblici utilizzati in origine per altri scopi, come gli studentati o le palestre. I crimini commessi a Irpin e Bucha richiamano alla mente la atrocità della pulizia etnica commessa negli anni novanta durante la guerra in Jugoslavia.

Ma le stragi contro i civili continuano con cadenza purtroppo regolare. Solo per fare una carrellate degli ultimi massacri si potrebbe ricordare il bombardamento della pizzeria di Kramatosk, a giugno, che ha ucciso 11 persone tra cui due gemelle di 14 anni. Oppure l'attacco al mercato del villaggio di Kostiantynivka, a settembre scorso, 16 morti tra cui un bambino di 6 anni. E ancora ad ottobre un missile russo ha colpito un bar in un villaggio vicino Kupiansk, dentro si stava celebrando un funerale, i morti sono stati 51.

L'acuirsi del conflitto a Gaza e le immagini dell'orrore che sta avvenendo in quel lembo di terra dall'altro lato del Mediterraneo, hanno ben presto scalzato le immagini della guerra in Ucraina. Alle opinioni pubbliche occidentali il tutto viene mostrato attraverso gli schermi delle Tv, dei Pc e degli smartphone, come se fosse una carrellata infinita di orrori. Ed è qui che forse c'è il fenomeno più agghiacciante che le guerre contemporanee stanno generando: l'assuefazione, l'abitudine. Nulla scuote più.

Quel "pubblico" occidentale fin troppo passivo davanti all'orrore, non riesce nemmeno a rendersi conto che tutto questo avviene alle porte di casa nostra, confondendo schermi e monitor come porte temporali che ci fanno vedere mondi lontani. La guerra è esattamente dietro l'angolo di casa. Ma noi continuiamo a viverla come se fosse un grande videogames. Discutiamo dei conflitti che provocano migliaia di morti come se stessimo discutendo dell'ultima giornata del campionato di calcio di serie A al bar. C'è chi reclama rigori, chi si comporta da tifoso, chi vuole rivedere le azioni per cercare il pelo nell'uovo. E quindi trova facile terreno la propaganda russa, così come l'inibizione alla definizione dell'orrore di Gaza mossa dagli atteggiamenti aggressivi e colmi di violenza verbale dei rappresentanti di Israele.

L'immagine più plastica sembra essere quella di una casa di inebetiti ricolmi d'odio da social e tifo da stadio, mentre tutto intorno brucia e si avvicina sempre di più. Basterebbe fare un esperimento molto semplice: aprite google maps, definite i contorni geografici dell'Europa da Est a Sud, e segnate con una crocetta quanti conflitti ci sono che provocano morti e profughi tutti i giorni. L'Ucraina, ed ancora più ad Est i conflitti in Armenia e Georgia, i territori del Kurdistan, il Medio Oriente con la Palestina, il Libano, ed ancora la Libia, le tensioni etniche in Tunisia, e più giù in Africa con le guerre spesso alimentate dai contractor europei e russi. Ed ancora più vicino le decine di migliaia di morti nel mar Mediterraneo, le persone che scappano da tutte queste guerre e cercano rifugio in Europa, e muoiono sotto i colpi delle politiche d'odio di chi si illude di poter fermare i flussi migratori. Siamo circondati. Eppure continuiamo a vivere tutto questo in una sorta di limbo, dove assuefazione e indifferenza regnano sovrani. "Le guerre, tutte le guerre, sono un orrore. Non ci si può voltare dall'altra parte" diceva Gino Strada. Rompere quel limbo significa provare a ritornare ad un senso di umanità smarrito che sta caratterizzando le opinioni pubbliche occidentali.

Zhanna, Yulia e Khaterina sono tre cittadine ucraine che vivono nel nostro paese. Hanno lasciato il loro paese in tempi diversi, prima e dopo lo scoppio della guerra. Con loro abbiamo voluto scrivere una lettera agli italiani in occasione del secondo anniversario dello scoppio della guerra in Ucraina. Una fotografia di quello che è accaduto in questi due anni e continua ad avvenire, che Fanpage.it ha documentato per immagini, provando a scuotere chi vive in quel limbo di indifferenza.

Questo è il testo:

Lo sappiamo cosa state pensando
Ma la guerra non era finita?
Invece no, in Ucraina si continua a morire ogni giorno
Le nostre città e i nostri villaggi, a Est, sono ancora occupati dai russi
Dal 24 febbraio del 2022, il tempo per noi si è fermato
Nulla è rimasto come era prima
Più di 10.000 civili sono morti dall'inizio della guerra
E poi i nostri soldati, i nostri fratelli, figli, mariti,
Ogni giorno a Kiev, a Odessa, a Leopoli, a Kharkiv, dai nostri smartphone sentiamo questo suono

Quando suona vuol dire che bisogna andare nei rifugi
Nelle cantine, nella metropolitana, nelle grotte
Questo succede più volta al giorno, i nervi non riescono a sopportarlo
C'è chi, esausto, non presta più attenzione
E muore, mentre dorme, nascosto in bagno, nel corridoio di casa sua
Mentre una bomba o un drone colpisce il suo palazzo o la strada vicina

8 milioni di ucraini hanno dovuto lasciare il loro paese
5 milioni sono nei paesi europei
In tanti hanno deciso di tornare, pur sapendo che piovono bombe
Chi viene dalle città occupate, ora vive nei campi profughi nell'ovest del paese
Grazie agli aiuti umanitari riescono a sopravvivere

In Ucraina sono stati commessi crimini contro l'umanità
A Bucha, a Irpin, ed in tanti villaggi che sono ancora sotto occupazione
Le persone sono state uccise in massa e seppellite in fosse comuni
Donne, bambini, anziani, alcuni sparati a freddo mentre scappavano e lasciati morire in strada

A Kramatorsk nel giugno scorso, un missile ha colpito una pizzeria ,sono morte 11 persone
tra loro due gemelle di 14 anni
A Kostiantynivka a settembre, le bombe hanno colpito il mercato del villaggio
17 morti, tra cui un bambino di 6 anni
A Kupiansk ad ottobre, un missile russo ha colpito un bar
all'intero si celebrava un funerale, sono morte 51 persone
E' successo ora, non tanto tempo fa

Sono passati due anni e in Ucraina c'è ancora la guerra
Lo sappiamo, le immagini di morte che arrivano da ogni parte del mondo fanno perdere il conto di quante guerre ci sono
Ma noi sappiamo, che nessuna di queste va dimenticata

Sono passati due anni e in Ucraina c'è ancora la guerra
Non te lo dimenticare, noi esistiamo

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Giornalista napoletano, a Fanpage.it dal 2012, videoreporter mi occupo di cronaca, politica, inchieste ed approfondimenti. Tra gli autori di alcune tra le più importanti inchieste di Fanpage.it, mi sono occupato tra le altre cose del caso Ilaria Alpi, delle navi dei veleni, delle attività oscure dei servizi segreti italiani, del contrabbando internazionale. Sono stato tra i primi giornalisti italiani ad occuparsi della Terra dei fuochi, pubblicando negli anni per Fanpage.it numerose inchieste e approfondimenti. Mi occupo da sempre dei temi legati all'ambiente su tutto il territorio nazionale. Ho fatto parte del team di giornalisti che hanno documentato i brogli alle primarie del Pd di Napoli nel 2016 e alle successive elezioni comunali del capoluogo partenopeo documentando il voto di scambio. Vincitore nel 2019 del "Premio Landolfo" e del "Premio Donelli". HO pubblicato 5 volumi tra cui: "Chi comanda Napoli" (Castelvecchi 2012), "Il paese dei Veleni" (Round Robin 2014), "Nuovi Schiavi" (Round Robin 2015).
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