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La morte di Alexei Navalny

Perché Matteo Salvini difende Vladimir Putin per la morte di Alexei Navalny

Alexei Navalny non è morto improvvisamente: è stato assassinato da Vladimir Putin e dal suo regime. Per una persona, però, ci sono dei dubbi. E questa persona è Matteo Salvini. Ecco perché.
A cura di Redazione
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Di Roberto Saviano

Alexei Navalny è morto il 16 febbraio. Nel 2020 era sopravvissuto a un tentativo di avvelenamento da Novichok; curato in Germania, aveva deciso di tornare in Russia. Ad aspettarlo la prigione. Navalny era il principale oppositore di Vladimir Putin ed era detenuto dal 2021, accusato di frode.  Stava scontando una condanna di 19 anni quando improvvisamente è morto.

Solo pochi mesi fa era scomparso dal carcere in cui si trovava a Mosca. È riapparso dopo 20 giorni in una colonia penale vicino Vorkuta, nell’estremo nord della Russia vicino al Circolo Polare Artico, dove la temperatura è a 40 gradi sotto zero. È una delle prigioni più dure al mondo, in uno dei luoghi più remoti al mondo. Adesso sappiamo perché.

Alexei Navalny non è morto improvvisamente: è stato assassinato da Vladimir Putin e dal suo regime. Per una persona, però, ci sono dei dubbi. E questa persona è Matteo Salvini,  che dice di non sapere nemmeno quello che accade in Italia, figuriamoci se può sapere cosa è successo in Siberia. E comunque, a dircelo, saranno i giudici e i medici. Spetta a loro fare chiarezza.

Posto che la magistratura in Russia è completamente alle dipendenze del Cremlino, che il sistema sanitario risponde direttamente al potere politico di Vladimir Putin, poste queste premesse, arriviamo alla domanda più importante: perché Matteo Salvini è tornato a difendere Vladimir Putin?

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Facciamo un passo indietro.

Nel 2017, quando Navalny è stato arrestato a una manifestazione contro Putin, in un’intervista Salvini diceva di essersi "informato sul personaggio", che definiva "un blogger anti-Putin venduto come leader dell’opposizione". Tra il 2014 e il 2018 Salvini si è recato almeno sette volte a Mosca.

Non solo: ricordate il caso Metropol? L’indagine sui presunti fondi russi alla Lega?

Salvini ha esultato per l’archiviazione di quell’indagine, ma quella sentenza è la prova che i contatti ci sono stati: sono stati provati oltre 40 incontri tra esponenti del partito di Salvini e funzionari russi, uomini di Putin. Inoltre la Guardia di Finanza ha ipotizzato una stima per una delle transazioni della trattativa che non è andata in porto: 110 milioni di dollari per finanziare Lega e Salvini. E allora perché l’archiviazione? Perché la magistratura russa non ha collaborato e senza di loro non è stato possibile avere le prove. La stessa magistratura russa che dovrebbe ore fare chiarezza su come è morto Navalny.

La vicinanza tra Putin e Salvini, in quegli anni, prescinde dagli affari, è una vicinanza ideologica, politica. Nel 2015, al parlamento europeo, Salvini affermava:: "Cedo due Mattarella in cambio di mezzo Putin". Qualche anno dopo, nel 2017, dichiarava che Putin fosse uno dei migliori uomini di governo al mondo e che se avessimo un Putin in Italia staremmo assolutamente meglio. Nel 2018, a un comizio diceva: "Uomini come lui, che fanno gli interessi dei propri cittadini, ce ne vorrebbero a decine in questo Paese".

Non erano solo parole, solo complimenti. Nel 2017 la Lega ha firmato un accordo con Russia Unita, il partito di Vladimir Putin. Accordo che ora la Lega, a seconda delle risposte date da diversi esponenti del partito, o disconosce o nega. Dice che non sia più stato rinnovato, ma non fornisce le prove di questa sospensione.

Torniamo alle parole di Salvini, alle dichiarazioni del 2017, secondo cui Navalny era un oppositore a Putin tra i tanti. Perché se era così insignificante, è stato ucciso? A una prima superficiale lettura la morte nelle carceri russe del suo oppositore più importante può sembrare dannosa, per la figura di Putin. Ma chi conosce le dinamiche del regime putiniano sa leggere i messaggi che sta inviando.

La stessa cosa accadde quando è stata uccisa Anna Politkovskaja – freddata nell’ascensore di casa nel giorno del compleanno di Putin. Lui stesso aveva commentato: "Era ben conosciuta fra i giornalisti, gli attivisti per i diritti umani e in Occidente. Comunque, la sua influenza sulla vita politica russa era minima. Il suo omicidio ha fatto più danni delle sue pubblicazioni".

Per l’omicidio di Navalny Putin ancora non si è espresso, farà probabilmente lo stesso che ha fatto con Anna Politkovskaja. Tutti sanno che è lui ma non deve esserci una prova formale. Eppure qui c’è qualcosa che sembra essere la firma sull’omicidio: la richiesta di arresto del fratello di Navalny, Oleg Navalny. Perché chiederne l’arresto se Navalny fosse morto per un malore o ucciso da nemici di Putin? Ne viene richiesto l’arresto perché il messaggio è "Nessuno può opporsi al governo Russo. Ogni voce contro sarà colpita".

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Ma i messaggi dati all’Europa da Putin sono numerosi. Ci sono infatti altri due omicidi avvenuti in questi giorni: quello di un giornalista, il più importante oppositore del regime bielorusso di Lukashenko, Igor Lednik. E quello dell’elicotterista, Maksim Kuzminov, che disertò la guerra consegnandosi agli ucraini ed è stato trovato morto ammazzato in Spagna, nella provincia di Alicante.

Putin non ha bisogno di rafforzare il suo consenso interno, questi omicidi sono un messaggio rivolto all’Europa. È Putin che ribadisce che non accetterà ambiguità sulla sua figura e sulla guerra in Ucraina. Ambiguità da parte di quei soggetti politici che l’hanno sempre sostenuto. Sostegno che lui, a sua volta, ha sempre saputo ricambiare.

Con lo scoppio della guerra in Ucraina, Salvini – pur tra mille ambiguità – cambia rotta. Vota a favore degli aiuti militari all’ucraina e smette di lodare pubblicamente Putin. Ora sembra tornare sui suoi passi. È la prova che il messaggio di Putin, quello mandato con l’omicidio di Navalny,  è stato ricevuto. ma questa è solo una mia congettura.

Da questa vicenda a Salvini è arrivato un altro messaggio, e non arriva da Mosca. Arriva dritto dalla Padania, dritto dal suo partito. Quando il senatore Massimiliano Romeo partecipa alla fiaccolata organizzata in ricordo Navalny in Campidoglio viene  contestato, accusato di ipocrisia. Davvero non immaginava quello che sarebbe accaduto? Certo, lo sapeva benissimo. Ma doveva mandare un messaggio a Salvini. L’epoca putiniana della lega è terminata, la tua era è terminata. L’appuntamento è a dopo le elezioni europee.

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