Perché dobbiamo pagare il canone tv?

Perché dobbiamo pagare il canone anche nel caso in cui non guardiamo i canali tv della Rai? E cosa succede se non lo paghiamo? Se almeno una volta nella vita vi siete posti una domanda simile, questo articolo fa per voi!

11 Marzo 2024
11:39
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Perché dobbiamo pagare il canone tv?
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Salvo eccezioni ben specifiche che vedremo nel corso dell’articolo, il canone televisivo, comunemente definito Canone Rai, è un’imposta che tutti dobbiamo pagare. Ma qual è la ratio alla sua base? Vediamone insieme le origini storiche e la sua evoluzione nel corso del tempo.

Che cos’è il canone Rai?

Come anticipato si tratta di un’imposta che deve essere versata all’Agenzia delle entrate. Una parte di questo importo viene destinata alle casse della Rai (circa l’80%) mentre il restante allo Stato.

Come è nato il canone Rai?

La storia del canone Rai è piuttosto longeva: è stato infatti introdotto nel 1938, con il Regio decreto legge n. 246, non tanto per pagare il canone di abbonamento alla televisione che in quegli anni ancora non era arrivata in Italia, quanto per ascoltare i programmi radio.

Il regio decreto era molto chiaro: tutti coloro che vivevano in un edificio dotato di un impianto in grado di ricevere il segnale radio, erano obbligati a pagare il canone di abbonamento: “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto. La presenza di un impianto aereo atto alla captazione o trasmissione di onde elettriche […] fa presumere la detenzione o l'utenza di un apparecchio radio-ricevente” (Regio decreto legge n. 246/1938, co. 1)

Pertanto, abitare in una casa dotata di un impianto capace di captare le onde radio costituiva per lo Stato una presunzione sufficiente per ritenere che il cittadino possedesse tale apparecchio e, di conseguenza, lo utilizzasse.

Il canone Rai oggi

Al giorno d’oggi le cose non sono poi così diverse da allora: il canone tv, infatti, funziona in modo molto simile, anche perché quel regio decreto del ‘38 non è mai stato abrogato ed è tutt’ora in vigore.

Una differenza rilevante è che con la Legge di stabilità del 2016 è stata introdotta una presunzione diversa, basata sull’utenza di fornitura di energia elettrica della propria casa.
Manovra che tra l’altro ha permesso di diminuire l’evasione di questa imposta: se prima infatti il canone si pagava tramite bollettino della Rai, ora l’importo si somma, in bolletta, alla cifra della luce.

Fino al 2023 si è trattato in totale di € 90, cioè 10 rate di 9 euro al mese, da gennaio a ottobre.

Come funziona la presunzione?

Ad oggi, quindi, il canone televisivo si configura come un'imposta sul possesso del televisore e si basa su una presunzione.

In particolare lo Stato presume che chiunque abbia attivato in casa propria una fornitura di energia elettrica, detenga anche un apparecchio tv in grado di trasmettere i programmi Rai.

Si fa riferimento a quegli apparecchi dotati di presa tv a cui è possibile collegare il relativo cavo. Quindi, semplicemente, se l’apparecchio è dotato della suddetta presa, il soggetto che lo possiede sarà tenuto al pagamento del canone anche quando non guardi i programmi Rai o tenga la televisione spenta.

In quali casi non bisogna pagare il canone

Qualora il contribuente sia titolare di un’utenza di fornitura elettrica per uso domestico ma non possieda alcun apparecchio tv, potrà disdire l’abbonamento inviando all’Agenzia delle entrate una dichiarazione sostitutiva di non detenzione.

Se ad esempio si guardano film o programmi in streaming (compresi quelli Rai) da un computer o da uno schermo che si collega esclusivamente al wifi e non è dotato di alcuna presa tv, si è esonerati dal pagamento del canone.

Ulteriori esoneri sono previsti

per i cittadini che hanno compiuto 75 anni e con un reddito non superiore a 8000 euro per particolari categorie di soggetti come

  • gli agenti diplomatici;
  • gli impiegati consolari;
  • i funzionari di organizzazioni internazionali;
  • i militari di cittadinanza non italiana o il personale civile non residente in Italia di cittadinanza non italiana appartenenti alle forze NATO di stanza in Italia.

Il pagamento del canone è obbligatorio anche se non guardi la TV

Perchè la Rai rappresenta in Italia il Servizio Pubblico Radiotelevisivo ed è finanziata dallo Stato tramite il Canone proprio per assicurare che i programmi e le trasmissioni di informazione siano di alta qualità.

Sebbene il pagamento del canone Rai sia spesso al centro di molte polemiche, in Italia il relativo importo è tra i più bassi d’Europa. Basti pensare alla Germania in cui il canone fino al 2023 era di 210 euro o alla Gran Bretagna, il cui importo al cambio corrisponde a circa 174 euro.

Cosa succede se non paghiamo il canone?

Nel caso di mancato pagamento dell’imposta, si è soggetti ad una sanzione dalla Guardia di Finanza compresa tra i 103,29 e 516,45 euro.

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Arianna Pacilli
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Laureanda in giurisprudenza, con profilo penalistico. Mi interessano le evoluzioni del diritto connesse alle nuove tecnologie e ai cambiamenti della società. Con Lexplain divulgo temi giuridici, affinché il diritto non risulti una materia astratta e comprensibile a pochi ma uno strumento necessario per muoversi nella vita di tutti i giorni.
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