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Torino, Extinction Rebellion occupa museo Scienze naturali: “Muoviamoci prima che di noi restino solo ossa”

Al suono a morto di una campana, con abiti neri e maschere da teschio, il movimento ambientalista di Extintion Rebellion manifesta al Museo di Scienze Naturali di Torino per sensibilizzare al tema della crisi climatica.
A cura di Biagio Chiariello
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"Crisi eco-climatica: diamoci una mOSSA prima che di noi rimangano solo OSSA". È la scritta nera sullo striscione bianco che campeggia sugli striscioni degli attivisti di Extinction Rebellion che questa mattina, 17 febbraio, a Torino hanno occupato la sala principale del Museo di Scienze Naturali, riaperto da poco più di un mese dopo dieci anni di chiusura.

Al suono a morto di una campana, con abito nero e maschera da teschio, il movimento ambientalista ha fatto riferimento ad una futura estinzione della specie umana nel caso in cui cittadini ed istituzioni politiche non si attivino per interrompere lo sfruttamento delle risorse naturali.

Ai loro piedi alcuni cartelli che riportavano la seguente didascalia:

Homo sapiens: estinto – Specie ubiquitaria di ominide che visse sulla Terra per circa 200.000 anni. Nota per il suo ingegno e creatività, inventò l’arte e la cultura che amava custodire in costruzioni dette “musei”. Estinta a causa del collasso eco-climatico dovuto all’utilizzo di combustibili fossili. Le forme di organizzazione della sua società, chiamate “governi”, non attuarono sufficienti contromisure per fermare la distruzione dell’habitat della specie".

Come riportato in modo corale dalla comunità scientifica, la possibilità di una nuova estinzione di massa è reale. Negli ultimi 500 anni sono infatti scomparse fino a 260mila specie a causa dell’attività umana. A ciò si affianca l’aumento delle temperature che condiziona sempre di più gli equilibri ecosistemici.

Proprio per questo gli attivisti di ER dichiarano che "In questo momento storico, quando il futuro della Terra è così legato alle decisioni politiche dei nostri governi, non si può parlare di scienza senza fare politica. Il Museo, come istituzione scientifica e di ricerca, dovrebbe ricordare ai governi l’urgenza di prendere decisioni per garantire la vita sulla Terra".

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