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Bologna diventa “Città 30”, il test in auto con un cittadino: “Difficile, ma non impossibile”

Dal 16 gennaio 2024 il capoluogo emiliano diventa il primo grande comune italiano ad abbassare i limiti: abbiamo fatto un giro con uno studente-lavoratore per vedere come cambieranno le sue abitudini a velocità ridotta.
A cura di Beppe Facchini
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Vivere e guidare in città ad una velocità massima di trenta chilometri orari? Difficile, e anche molto, ma non impossibile. Almeno stando al parere di Nicola, 29enne musicista, studente e lavoratore di origine pugliese, da tempo trapiantato a Bologna: il capoluogo emiliano, dopo un percorso transitorio iniziato già nei mesi scorsi, dal 16 gennaio 2024 è diventata a tutti gli effetti la prima grande città italiana a diminuire da 50 a 30 il limite massimo praticamente in tutte le sue strade, salvo alcune eccezioni.

Le zone con velocità ridotta, in realtà, sono sempre esistite, anche a Bologna: la vera novità, dunque, è che quasi l'intera città è adesso diventata una grande zona trenta, nonostante le numerose polemiche (politiche e non solo) che hanno anticipato l'inizio di una vera e propria rivoluzione alla viabilità locale, fortemente voluta dall'amministrazione guidata dal dem Matteo Lepore.

Non ci vuole veramente niente a superare i trenta, uno neanche se ne accorge mentre è alla guida” ammette Nicola, prestandosi ad un test su strada con le telecamere di Fanpage.it, per provare a documentare pregi e difetti dei nuovi ritmi ai quali dovranno per forza di cose abituarsi i cittadini bolognesi. Anche perché, subito dopo l'entrata in vigore dell'ordinanza che ha sancito l'avvio anche delle sanzioni per chi non rispetta i nuovi limiti (rafforzati anche i controlli), sono già arrivate le prime multe. “C'è tanta paura dei limiti più che altro perché c'è tanta confusione” riprende Nicola, aggiungendo un commento difficile da equivocare riguardo il rispetto dei trenta in città, anche su strade larghe e senza traffico o immissioni di altri mezzi oppure di pedoni: “È veramente complicato”.

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Di sicuro, ingranare le marce fino alla quarta, dovendo rispettare il nuovo limite, è quasi impossibile. E complicato è anche prendere velocità mentre si sale un ponte, mantenerla in discesa o sapere con esattezza dove il tetto dei cinquanta è rimasto in vigore.

Ad esempio sui viali che circondano il centro storico, nulla è cambiato; in altre parti, invece, ci sono delle differenze rispetto al passato recente, anche solo per pochi metri. “C'è una confusione incredibile” ribadisce quindi Nicola, concorde con chi ritiene che la misura introdotta dal Comune possa influire sulla concentrazione degli automobilisti, chiamati ad avere massima attenzione su strada e contachilometri contemporaneamente, più di quanto già non si faccia di solito.

Abituato a spostarsi tanto in bici, Nicola non aveva ancora avuto modo di testare la tratta casa-lavoro in auto ai trenta chilometri orari: è stata proprio questa la prova fatta sul campo davanti alle telecamere, per un tragitto che di solito il giovane compie in quindici o venti minuti. Alla fine, il tempo impiegato è stato di circa venticinque minuti. “Si può fare” commenta quindi infine lo studente e musicista pugliese, che aggiunge: “È più che altro difficile tenere i nervi saldi e magari resistere alle pressioni di chi sta dietro, però è solo questo quello che ho potuto notare”.

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