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Funerali Ester Palmieri, parenti di vittima e killer seduti insieme: “Il male non è sempre più forte”

Nella chiesa di Montalbiano di Valfloriana, per i funerali di Ester Palmieri, in prima fila i familiari della donna uccisa dall’ex ma anche i parenti dello stesso Igor Moser la cui famiglia si è seduta nello stesso banco per dare l’addio alla 37enne. “Allora non è sempre vero che il male è più forte del bene” ha sottolineato il parroco.
A cura di Antonio Palma
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Oggi è il giorno dei funerali e dell'ultimo saluto per Ester Palmieri, la donna di 37 anni uccisa dall'ex compagno Igor Moser a Valfloriana, piccolo borgo della provincia autonoma di Trento. Ad affollare la chiesa di Montalbiano familiari e amici di Ester ma anche i parenti dello stesso Igor la cui famiglia si è seduta nello stesso banco in prima fila per dare l'addio a Ester Palmieri.

Una segno di rispetto per la vittima e di riappacificazione dopo la tragedia, sottolineato dallo stesso parroco che ha celebrato il rito funebre, Don Albino Dell'Eva. "Con questi funerali consegniamo il nostro dolore a qualcuno che se ne sa prendere cura ed è più grande del nostro cuore e delle nostre paure. Mi vien da dire che cominciamo col passo giusto perché qui nel primo banco ci sono i genitori di Ester ma nello stesso banco accanto a loro c'è la mamma di Igor" ha sottolineato infatti il prete nel corso della cerimonia funebre.

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La presenza contemporanea in prima fila dei familiari di vittima e omicida, per il parroco è segno di volontà di riconciliazione da parte di tutti per superare questa tragedia terribile che ha lasciato tre bimbi orfani. "Allora non è sempre vero che il male è più forte del bene, è vero alle volte che le forze dell'unità sono più forti delle forze della disgregazione" ha sottolineato infatti il parroco di Casatta-Montalbiano e di Castello-Molina di Fiemme nel corso della sua omelia ai funerali di Ester Palmieri.

"All'indomani della morte di Ester e Igor un episodio mi ha colpito, quando la mamma di Igor con la trepidazione e il coraggio che solo una mamma può trovare, decide di recarsi alla porta della casa della mamma di Ester, di bussare e di chiedere di entrare pronta a qualsiasi reazione, anche la più avversa. Ma si trova davanti una mamma che semplicemente apre la porta e le sue braccia, l'abbraccia e piange con lei" ha raccontato il parroco in chiesa, aggiungendo: "Ecco le buone notizie da amplificare e che possono contagiare".

Ad ascoltarlo per l'ultimo saluto alla 37enne oggi è accorsa una folla di persone, che sono salite fino alla chiesa della frazione di Montalbiano con le navette allestite appositamente dall'amministrazione locale. Ad affollare il luogo di culto anche molte persone comuni e rappresentanti delle istituzioni, a cominciare dal Presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti.

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"Il male è accovacciato alla nostra porta, alla porta di tutti, a noi il compito di non aprirgli. Noi, dice la parola di Dio, lo possiamo dominare. Misteriosamente giovedì il male ha bussato alla porta di Igor e lui ha aperto. Misteriosamente dico perché solo lui e Dio conoscono i motivi ultimi della sua scelta. Una scelta su cui noi ci stiamo arrovellando il cervello per trovare un senso a ciò che senso non ha" ha scandito il parroco commosso nell'omelia, aggiungendo: "Per questo lasciamo solo a Dio l'ultimo giudizio, A lui consegniamo Igor e perché anche Caino ha potuto affidarsi alla sua misericordia.

"A noi rimane il potere di riflette per noi stessi, rimane il nostro arbitrio e la nostra responsabilità. Rispettare l'altro rimane nelle nostre possibilità. Nelle nostre relazioni stiamo scegliendo sempre di più l'arroganza, la presunzione, la volontà di dominio, la maleducazione piuttosto che la gentilezza e la tolleranza e la tenerezza" ha proseguito il prete davanti alla bara di Ester, ricoperta di fiori arancioni e gialli.

"Tutti ci lamentiamo ma ciascuno di noi cosa fa per impedire che la febbre del malessere sociale raggiunga livelli allarmanti? Rispetto per le donne e contro la violenza ma prima ancora rispetto per chi mi è accanto, dominio della mia volontà di potenza, vigilanza sulle mie emozioni tossiche. Senza questo, il rispetto per le donne non ci sarà mai" ha aggiunto Don Albino Dell'Eva, concludendo: "Se la tragedia di cui siamo spettatori servisse almeno a dare uno scossone alle nostre coscienze forse allora il sacrifico di Ester non si sarebbe consumato invano".

Ha collaborato Elia Cavarzan

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