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Piloti scoprono un discarica abusiva: arrestata un’impiegata della Regione Lazio

Una discarica abusiva, una piccola “Terra dei Fuochi” a ridosso di via Portuense, al confine con il Comune di Fiumicino. Tiziana Colantoni è finita agli arresti domiciliari e altri undici imprenditori hanno ricevuto un avviso di garanzia.
A cura di Alessia Rabbai
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La discarica abusiva vista dall'alto (frame dal video della Polizia)
La discarica abusiva vista dall'alto (frame dal video della Polizia)

Inquinamento ambientale, incendio doloso, calunnia, furto di energia elettrica ed acqua, abbandono e malgoverno di animali. Sono i reati contestati a vario titolo ad una donna finita agli arresti domiciliari e ad undici imprenditori tra i quali i figli e il compagno di lei, che hanno ricevuto un avviso di garanzia. Sono ritenuti presunti responsabili di aver creato una discarica abusiva, una piccola "Terra dei Fuochi" a ridosso di via Portuense, al confine con il Comune di Fiumicino.

I provvedimenti stabiliti dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Roma sono scattati al termine delle indagini partite a marzo 2023 e svolte dalla polizia di frontiera aerea di Fiumicino coordinata dalla Procura della Repubblica. La donna finita ai domiciliari è Tiziana Colantoni, cinquantadue anni, impiegata dell’ufficio protocollo della direzione Affari istituzionali e personale della Regione Lazio.

Le indagini sulla discarica abusiva della Portunese sono partite dalle segnalazioni di piloti di linea sulla presenza di fumi sospetti, che provenivano da un terreno. Gli agenti della Sezione di polizia giudiziaria della polizia di frontiera aerea di Fiumicino e il Nucleo Tutela ambientale del XI Gruppo Marconi della Polizia Roma Capitale hanno scoperto la discarica abusiva.

Dalle indagini è emerso che Colantoni avrebbe occupato abusivamente il terreno e di averlo messo a disposizione di alcune ditte di traslochi, di ristrutturazione edilizie e di facchinaggio per nascondere tonnellate di rifiuti. In questo modo disfacendosene in maniera illegale non avrebbero dovuto pagare i costi dello smaltimento regolare. Colantoni, come ricostruito in sede d'indagine, avrebbe occupato quel terreno dal 2014, togliendolo ai legittimi proprietari, minacciandoli di avere legami con la criminalità organizzata romana.

Altri aspetti che gli inquirenti le contestano sono di aver creato allacci abusivi alla corrente elettrica e all'acqua potabile e di aver smaltito i cumuli di rifiuti con dei roghi. L'area è stata preventivamente sequestrata in attesa dell'esito di un eventuale rinvio a giudizio, si precisa che le indagini sono infatti ancora nella fase preliminare. All'interno del terreno tra i rifiuti sono stati inoltre trovati una quarantina di cani, felina e cavalli, tutti sequestrati.

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