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Mister Ok racconta a Fanpage.it la fine della sua carriera: “La ragione ha prevalso sul cuore”

“Quando è il momento di tirare i remi in barca bisogna farlo e non rischiare: io ho fatto così. E ho rinunciato al tuffo”, così Mr Ok, all’anagrafe Maurizio Palmulli, a Fanpage.it.
A cura di Beatrice Tominic
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"Con otto nipoti e cinque figli ho ragionato un attimo. Il dottore mi aveva detto di scegliere: il tuffo può andare bene, ma può andare anche male. Se va male, c'era il rischio della carrozzina. E io ho scelto". Queste le parole di Mister Okay a Fanpage.it sulla sua decisione di rinunciare alla celebre tradizione di Capodanno: dopo 35 anni, nel primo giorno del 2024, non c'è stato alcun tuffo per Maurizio Palmulli.

"Sono un po' deluso, ci ho provato fino all'ultimo. Ma la ragione ha prevalso sul cuore. Ed è andata così – continua a spiegare – Ho fatto una risonanza al San Camillo. I medici mi hanno detto di queste tre fratture, che ho la schiena usurata e che potevo scegliere cosa fare, ma a mio rischio e pericolo. Se mi fosse capitato qualche anno fa, quando ero più spericolato, forse avrei rischiato. Ma spero che da questo anche i più giovani possano comprendere che quando è il momento di tirare i reni in barca, bisogna farlo, senza correre rischi".

Il primo tuffo nel 1989

"Io già avevo un passato con i tuffi dalle grandi altezze. Ma tutto ha avuto inizio il primo gennaio del 1989, mi sono presentato qui sopra il ponte. C'erano Spartaco Bandini e Aldo Guerrieri, che erano ufficialmente i Mister Okay dell'epoca", dice Palmulli, ricordando che quella dei tuffi di Capodanno nel Tevere rappresentano una tradizione molto più antica. "Così ho chiesto di poter saltare con loro. Sono pronto, solo che se saltate voi per primi mi date indicazioni. Il tuffo da un ponte il primo gennaio, con le correnti. Volevo capire cosa fare. Ma loro mi hanno fatto una risatina: Gli ospiti vanno per primi. Poi, però, non ho più smesso fino a quest'anno".

Sempre il primo gennaio, sempre con le scarpe da ginnastica ai piedi. "Ormai è una tradizione nella tradizione: ogni tuffo l'ho fatto indossando queste scarpe. Ci lasciano sull'argine, poi siamo noi a risalire verso la strada, facendo le scalette. E camminare a piedi scalzi sul fango, non mi sembra il caso", conclude Mister Ok.

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