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Eruzione vulcano in Islanda, Roberto: “Fontane di lava pazzesche, in pericolo la centrale geotermica”

Il racconto a Fanpage.it di Roberto Luigi Pagani, scrittore e autore della pagina Facebook Un italiano in Islanda, dell’eruzione del vulcano Fagradalsfjall: “Fontane di lava pazzesche da spaccatura lunga 4 chilometri. Grindavik è stata evacuata ma il rischio maggiore è ora rappresentato dalla centrale geotermica di Svartsengi, che dà acqua calda ed elettricità a tutte le comunità delle penisole meridionali”.
A cura di Ida Artiaco
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"Quello che sta succedendo in Islanda con l'eruzione del vulcano non è diverso da quanto accaduto negli anni passati. Ma l'intensità è maggiore, dal mio balcone a Reykjavik ho visto un importante bagliore perché ci sono 4 quattro chilometri di spaccatura da cui fuoriescono fontane di lava alte fino a 50 metri. Purtroppo, però, c'è da segnalare la tragedia degli sfollati: ci sono circa quattromila persone nell'area di Grindavik che non possono tornare a casa".

A parlare a Fanpage.it è Roberto Luigi Pagani, scrittore, divulgatore e ricercatore in linguistica e paleografia islandese, conosciuto in rete come "Un italiano in Islanda", autore dell'omonima pagina Facebook, che vive nel Paese dal 2014. Pagani ha spiegato cosa sta succedendo dopo l'eruzione del vulcano Fagradalsfjall, cominciata nella serata di ieri, lunedì 18 dicembre, le cui immagini spettacolari hanno fatto il giro il mondo, inclusa quella da lui postata sui social media e scattata dal balcone di casa a Reykjavik.

Cosa è successo ieri sera prima e dopo l'eruzione?

"Ieri sera poco dopo le 22 ci sono state un paio di scosse di terremoto sopra i 4 gradi di magnitudo, che ovviamente sono state notate dalla gente che da giorni segue l'andamento della situazione. Non ci si aspettava tuttavia che l'eruzione sarebbe seguita così rapidamente al sisma, oramai erano settimane che sembrava che la situazione si fosse calmata. Addirittura, alcuni geologi avevano messo in dubbio che ci fosse lava accumulata, ma pensavano che quello che era successo un mese fa fosse soltanto un rigonfiamento del terreno dovuto magari al gas o alle scosse di assestamento delle placche tettoniche. E invece c'era proprio l'accumulo di magma che ha iniziato a fuoriuscire.

Per fortuna la frattura che si è creata è a debita distanza dalla cittadina di Grindavik, che è comunque stata evacuata. Si sono viste in diretta tv delle fontane di lava pazzesche. Gli esperti della Protezione civile che hanno volato in elicottero sulla zona parlavano di fontane di lava di 50/100 metri che sono abbastanza considerevoli, aggiungendo che l'intensità di questa eruzione e la quantità di magma espulso è di gran lunga superiore a quella che abbiamo visto negli ultimi anni. La frattura si è allargata costantemente e ha raggiunto i 4 chilometri di lunghezza ma per fortuna ciò è avvenuto in direzione Nord Est, andando ad allontanarsi dalla cittadina di Grindavik".

Quale è adesso il maggior pericolo che segue all'eruzione?

"Il pericolo grosso adesso è nel fatto che la frattura si è aperta in corrispondenza di una antica serie di crateri, quindi in una zona che aveva già eruttato 2500 anni fa, e di fianco, a due chilometri di distanza, c'è la centrale geotermica di Svartsengi, che dà acqua calda ed elettricità a tutte le comunità delle penisole meridionali, che è la regione dove si trova l'aeroporto internazionale. Parliamo di circa 30mila persone che rischiano di rimanere senza corrente.

Purtroppo non sono riusciti a completare in tempo le dighe che avevano cominciato a costruire un mese fa per proteggere la centrale geotermica. La fine dei lavori era prevista prima di Natale ma l'eruzione ha giocato di anticipo. Non ci sono, invece, pericoli per il traffico aereo perché questa è una eruzione effusiva, cioè non c'è l'emissione di materiale pericoloso per le eliche degli aerei, né sembra essere in pericolo per adesso l'arteria che collega l'aeroporto internazionale alla Capitale".

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E per voi che vivete nella Capitale?

"Noi siamo al sicuro. L'area di Reykjavik non è mai stata interessata dalle eruzioni in tempi storici ed è difficile che la lava arrivi fin qui, siamo distanti una trentina di chilometri in linea d'aria dal vulcano. Si vede però molto bene questo importante bagliore anche perché sono 4 quattro chilometri di spaccatura da cui fuoriescono fontane di lava per cui è un fenomeno importante. L'unico rischio per noi della Capitale sono i gas velenosi, perché il magma sotterraneo emerge anche perché contiene gas che vengono rilasciati nell'atmosfera.

Abbiamo però la fortuna di trovarci su un'isola del Nord Atlantico e l'unica costante del clima islandese è il vento, per cui tutto si risolve con l'invito delle autorità ai soggetti a rischio a tenere le finestre chiuse e a non uscire di casa finché il pericolo non è passato. Io credo che non ci sia niente di diverso dalle eruzioni che qui vengono definite turistiche. Per adesso è la stessa situazione degli altri anni. La differenza è tutta nella tragedia degli sfollati. Purtroppo non la si può semplicemente liquidare come l'ennesima bella eruzione che possiamo goderci come uno spettacolo della natura, perché ora ci sono di mezzo quattromila persone che hanno perso la propria casa".

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Quale è la situazione adesso?

"Stamattina dicevano che è calata l'intensità, ma non c'è un trend in diminuzione, l'eruzione resta stabile. Potrebbe anche aumentare o concentrarsi in un punto in particolare. L'estensione che si è avuta questa notte, passando da 1 chilometro e mezzo qualche minuto dopo le 22 a 4 chilometri intorno alla mezzanotte, non dovrebbe preoccupare più di tanto. È difficile comunque dire cosa succederà adesso, se si fermerà, se farà una pausa e poi ricomincerà come successo nel 2021".

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