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Conflitto Israelo-Palestinese

Il patriarca di Gerusalemme a Fanpage.it: “La gente ha bisogno di tornare alla vita normale”

Testimonianza del patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa a Fanpage.it: “Il mio appello va anche ai politici locali ed è quello di mantenere comunque dentro questa situazione drammatica, l’umanità”
A cura di Roberto Marrone
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Il patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa si trova in città, mentre spiega Fanpage.it la delicata situazione che vive ormai tutti i giorni. “È stata una sorpresa per tutti. E ha lasciato tutti sgomenti. È un fatto a cui erano tutti impreparati. Ho provato tanta rabbia, tanto nervosismo e tanta paura. La tensione che si respira è palpabile in tutti gli aspetti, anche nella vita ordinaria, nel lavoro nelle strade e così via. Quindi, un momento di tensione molto grande, molto profondo.”

“Non so se sia corretto parlare di colpa o di colpe – afferma Pizzaballa – Diciamo che ci sono tante responsabilità innanzitutto politiche. La questione palestinese del problema dell'occupazione dei territori palestinesi e con la mancanza di libertà, si protrae da troppo tempo. Dall'altro lato l'uso della violenza, violenza che sembra essere diventato l'unico strumento dell’estremismo e del fondamentalismo. Forse anche da parte nostra, delle Chiese vi è stata un’eccessiva timidezza.”

La mattina del 7 ottobre quando sono iniziati gli scontri, Pizzaballa si trovava a Roma. “Il ruolo della chiesa, oltre a pregare che è la prima cosa che dobbiamo fare e che non dobbiamo dimenticare che siamo credenti, è quello di quello di lavorare innanzitutto e poi cercare di aiutare queste emergenze, sostenere le persone in difficoltà per quanto più possibile, poi cercare di lavorare quanto più possibile per la moderazione dei toni e anche delle situazioni, per arrivare a un minimo di ragionevolezza. Dovrà finire, questa situazione non può durare in eterno. Dovrà finire. Come finirà onestamente non lo so. So che le macerie saranno tantissime non solo quelle fisiche, ma soprattutto quelle morali, spirituali e di fiducia. Stiamo raccogliendo ciò che è stato seminato oppure non è stato seminato nel passato.”

Da rappresentante del Santo Padre e quindi della Chiesa Universale nel territorio israeliano, Mons. Pizzaballa ha rivolto diversi appelli in questi giorni. “Il mio appello alla comunità internazionale è quello di lavorare per una de-escalation della situazione a livello politico militare. Il mio appello va anche ai politici locali ed è quello di mantenere comunque dentro questa situazione drammatica, l'umanità. Abbiamo organizzato una giornata di preghiera di digiuno per la settimana prossima. Mantenere i contatti con le altre chiese, con gli altri capi religiosi, per quanto possibile, è il massimo che possiamo fare in questo momento. Finché ci sarà l'uomo che ascolta la voce del suo egoismo, la pace sarà sempre una conquista faticosa, ma non dobbiamo mai rinunciare. Nel cuore dell'uomo c'è tanto egoismo, ma si può anche trovare tanto desiderio di bene e su questo dobbiamo lavorare.”

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