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Porto di Napoli, inquinamento allarmante: “L’ossido di azoto fino a 10 volte oltre i limiti”

Il fisico e consigliere della Municipalità 2 Thomas Strauss, ha analizzato i dati sull’inquinamento del porto di Napoli. I livelli sono impressionanti. La causa è nei motori delle navi sempre accesi.
A cura di Antonio Musella
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L'aumento del traffico marittimo nella città di Napoli è un dato che si sta consolidando negli ultimi anni. Da un lato le crociere e le navi passeggeri che si sono moltiplicate per l'aumento dei flussi turistici, ma dall'altro anche la presenza di cargo e petroliere che hanno aumentato i loro attracchi in città. Il porto di Napoli però resta ancora oggi senza un sistema di elettrificazione, ovvero la possibilità per le navi, una volta arrivate in banchina, di potersi attaccare alla rete elettrica da terra. Senza questa possibilità i motori delle navi restano accesi provocando un aumento incredibile delle emissioni nocive nell'aria.

I dati dell'ARPAC sulle misurazioni 2019 – 2020 ed il rapporto dell'ISPRA sulle emissioni navali del 2023, ci consegnano uno scenario molto allarmante. Ad incrociare i dati, assolutamente al di sopra dei limiti di soglia per legge, è stato un consigliere della Municipalità 2. Intanto il Comune di Napoli ha acquisito tutto, ma ad oggi non ci sono progetti per l'elettrificazione del porto.

"Livelli 10 volte superiore ai limiti di legge"

Thomas Strauss è un fisico, di origine tedesca, che lavora all'Osservatorio Astronomico di Capodimonte ed è stato eletto come consigliere della Municipalità 2 nelle liste di Potere al Popolo. I suoi studi sull'inquinamento nel Comune di Napoli si basano tutti su dati ufficiali e certificati. Due anni fa sviluppò l'analisi dei dati sulle emissioni nella zona del centro cittadino, arrivando a mostrare come l'incrocio del Museo Archeologico, quello tra Via Santa Teresa, Via Pessina e Via Salvator Rosa, sia l'incrocio più inquinato della città.

Negli ultimi mesi Strauss ha analizzato i dati dell'Arpac sulla qualità dell'aria nel porto di Napoli e lo studio dell'ISPRA sulle emissioni nei porti italiani. "Io mi sono concentrato sui livelli di ossido di azoto – spiega a Fanpage.it – perché è scientificamente noto che provocano problemi all'apparato respiratorio". I dati analizzati da Strauss sono del 2019 – 2020: "L'ARPAC non ha una centralina fissa nel porto di Napoli, ma solo una stazione mobile che svolge delle campagne di misurazione della qualità dell'aria. Per l'ossido di azoto il limite massimo per legge è di 40 microgrammi per metro cubo. Nei dati ARPAC arriviamo a 120, 150 e addirittura a 400 microgrammi".

I dati dell'Agenzia regionale per l'ambiente hanno misurato uno sforamento dei limiti fino a 10 volte superiore alle norme di legge. "Lo studio dell'ISPRA è un rapporto sulla provenienza degli inquinanti all'interno del porto di Napoli – sottolinea – e la produzione di ossido di carbonio è stata 2700 tonnellate nell'anno 2019". Si tratta degli stessi dati ARPAC valutati dal consigliere, che nel rapporto ISPRA vengono poi addebitati alle tipologie di navi. Nello studio è possibile leggere che l'89% delle emissioni di ossido di azoto è dovuto allo stazionamento delle navi, e tra queste il 37% è prodotto da navi container e il 21% da navi passeggeri.

Scenario simile, in percentuale, per la produzione di ossidi di zolfo: "Sugli ossidi di zolfo le navi da crociere contribuiscono per l'11% alle emissioni – spiega Strauss – come numeri assoluti solo le navi da crociera producono due volte il volume di ossidi di zolfo del traffico leggero della città di Napoli. Questo vuol dire che se per un anno in tutta Napoli lasciassimo le macchine a casa, ridurremmo l'inquinamento da ossidi di zolfo soltanto di un terzo".

Motori accesi e nessuna elettrificazione: "Non è possibile continuare così"

I motori della navi non possono che rimanere accesi nel porto di Napoli, altrimenti non ci sarebbe alcun modo per produrre la corrente elettrica necessaria per garantire il funzionamento delle stesse. "Il progetto di elettrificazione viene chiesto da anni – sottolinea Strauss – si tratta di un cavo di alta tensione da portare in banchina per consentire alle navi di staccare i motori e connettersi alla rete elettrica da terra".

Un progetto senza dubbio costoso, ma fa specie che, come riportato dal rapporto ISPRA 2023 sulle emissioni nei porti italiani, dei 378 milioni di euro di lavori in programma nel porto di Napoli, non ci sia traccia dell'elettrificazione. Sono previsti solo 10 milioni di euro per un piano di efficientamento energetico con l'uso di fonte energetiche alternative.

Intanto la Commissione Salute e Verde del Comune di Napoli ha acquisito tutti i dati, compresi i rilievi del ricercatore Axel Friedrich che ad agosto ha misurato i livelli allarmanti della qualità dell'aria nel porto. "Il Comune di Napoli sa benissimo qual è la situazione, come conosce bene anche i rilievi che riguardano la zona del Museo e quella della Stazione Centrale – spiega Strauss – solo che non fa assolutamente nulla. Basti pensare che su questi temi l'unica cosa che registriamo è la cancellazione della ZTL di Piazza Dante".

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