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Cambiamenti climatici

“Siamo la resistenza”: migliaia di attivisti climatici in piazza contro i “negazionisti al governo”

Oggi sono scesi in decine di piazze italiane gli attivisti di Fridays For Future. “Il governo italiano nega ogni correlazione tra fenomeni estremi e crisi climatica e per questo inadeguato a indicare risposte per prevenire i peggiori scenari prospettati dalla scienza climatica”.
A cura di Davide Falcioni
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"Noi siamo la resistenza". È lo slogan gridato questa mattina dalle migliaia di manifestanti – per lo più giovani e giovanissimi – che sono scesi in piazza per chiedere che l'Italia aumenti gli sforzi per fronteggiare la crisi climatica. Attivisti e attiviste di Fridays For Future e di molte altre realtà impegnate per la salvaguardia dell'ambiente si sono dati appuntamento in decine di città italiane: da Roma a Milano, da Bologna a Palermo, da Napoli a Genova, hanno chiesto che il governo non neghi i cambiamenti climatici: "L’Italia è a un nuovo capitolo della storia climatica: ondate di calore, alberi sradicati dal vento, chicchi di grandine come palle da tennis e alluvioni", hanno ricordato i manifestanti, riferendosi agli eventi estremi degli scorsi mesi.

I ragazzi e le ragazze in piazza hanno però anche denunciato il governo, "negazionista", che "nega ogni correlazione tra fenomeni estremi e crisi climatica e per questo inadeguato a indicare risposte per prevenire i peggiori scenari prospettati dalla scienza climatica", ha dichiarato Giacomo Zattini, portavoce di Fridays For Future. La prima causa dell’aumento delle temperature, e di conseguenza dei fenomeni climatici estremi, sono gas, carbone e petrolio.

Una manifestante ricorda: "Il governo continua a investire nei combustibili fossili e vediamo i risultati non solo nelle nostre bollette ma tutto attorno a noi. Dopo un'estate di eventi estremi è impossibile ignorare la crisi climatica, ma il governo continua a farlo. La crisi climatica è una questione politica perché le scelte che vengono prese sono estremamente politiche, dato che affossano molti per il profitto di pochi. È fondamentale essere in piazza oggi".

L'Italia – ricorda infatti Fridays For Future – ha una responsabilità importante nelle politiche di mitigazione mondiali, date le sue emissioni storiche. Il nostro Paese dovrà superare gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Unione Europea, riducendo le sue emissioni di gas climalteranti dell’80% entro il 2030 e decarbonizzando totalmente il settore elettrico entro il 2035. Eppure il governo Meloni sta continuando a ritardare la transizione energetica e lo sta facendo anche con il cosiddetto "piano Mattei", che vincola l'Italia a gas e carbone condannandola a eventi estremi sempre più frequenti e intensi.

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Fridays For Future oggi però non si è limitata alla protesta e ha proposto alcune soluzioni. Tra le altre, ridurre i consumi, ripristinare gli alvei originari dei fiumi, tutelare e promuovere la salute del suolo, favorire l’assorbimento dell’acqua nel suolo, spingere la forestazione, ripristinare i fondi del PNRR per il dissesto idrogeologico. "Continuiamo a resistere, non lasciamoci immobilizzare dall’eco-ansia ma combattiamola definitivamente attraverso l’attivismo! Lottiamo insieme e costruiamo comunità resilienti e sostenibili".

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