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Roma-Lido, capostazione aggredito per i treni in ritardo: “Erano tantissimi, ho creduto fosse la fine”

Parla l’operatore di stazione insultato e aggredito ieri a San Paolo dopo aver annunciato che la Roma-Lido era a rischio chiusura per gli allagamenti ad Ostia.
A cura di Beatrice Tominic
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Un frame dal video pubblicato su Instagram da Welcome to Favelas con il capostazione sdraiato a terra dopo l'aggressione.
Un frame dal video pubblicato su Instagram da Welcome to Favelas con il capostazione sdraiato a terra dopo l'aggressione.

Treni in ritardo sulla linea Metromare, ex Roma-Lido. Per molti sembra quasi normalità, pronti a gridare contro i disservizi. Ma ieri a contribuire ai ritardi è stato anche l'acquazzone che si è abbattuto su Ostia. E a pagarne le spese, stavolta, è stato M.M. capostazione nella fermata di San Paolo, quarantottenne, aggredito dalla folla inferocita. "Mi hanno gridato che rubo lo stipendio, erano tantissimi e ho avuto paura", ha spiegato il capostazione stesso a il Corriere della Sera.

"È iniziato tutto quando hanno capito che il treno non sarebbe partito, mi hanno urlato contro. Poi mi hanno aggredito", ha spiegato, dopo essere rimasto in ospedale fino a mezzanotte.

Gli insulti e i pugni alla vetrata

Ancora, Fate schifo, Dovete essere tutti licenziati. Queste le offese urlate dai viaggiatori e dalle viaggiatrici nella stazione di San Paolo. Ma poi la situazione è peggiorata. "Mi occupo di gestire la stazione quando il capostazione non c'è, sono un operatore di stazione – ha spiegato – Quando mi hanno chiesti dei ritardi ho spiegato che si rischiava la chiusura per gli allagamenti ad Ostia. Oltre agli insulti, in breve tempo hanno iniziato tirare pugni contro la vetrata. Una collega si è chiusa dentro e ha chiamato la polizia, io sono rimasto fuori".

L'aggressione

Almeno 30 persone, forse 50, lo avrebbero aggredito. Poi è caduto a terra. Mentre i passanti gli gridavano, come poi si è visto in un video diventato virale online, che stava facendo finta. "Ho avuto paura che potessero prendermi a calci, ero all'altezza dei loro piedi, mi hanno sputato addosso".

Soltanto dopo l'arrivo di una guardia giurata e l'ambulanza è stato soccorso, arrivando in codice arancione al San Camillo prima di una serata di controlli che si è conclusa con cinque giorni di infortunio. "A cosa serve una sola guardia giurata in una stazione che può avere anche duemila persone in banchina? – si chiede – Poi ho visto il video: mi chiedo perché nessuno mi abbia aiutato".

E poi ricorda un vecchio tranviere che, appena entrato al lavoro, gli aveva detto che il suo non sarebbe stato un lavoro come un altro: "Diceva che questo è un pubblico servizio e che noi portiamo a bordo il padre o la madre di qualcuno – dice – Ma la verità è che noi non siamo niente, ci sottovalutano tutti".

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