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Matteo Messina Denaro

Il fratello di Agostino Catalano, ucciso con Borsellino: “Ha vinto Messina Denaro, non lo Stato”

“È morto troppo presto perché dopo trent’anni di latitanza non ha fatto nessun tipo di carcere perché è stato curato, tutto sistemato per questo non ha vinto lo Stato ma lui.” A dirlo, dopo la morte di Matteo Messina Denaro è il fratello di Agostino Catalano.
A cura di Roberto Marrone
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C’è sconforto in questi giorni tra i familiari delle vittime di mafia, perché l’ultimo boss sanguinario, l’ultimo dei “corleonesi”, Matteo Messina Denaro, è deceduto il 25 settembre all'ospedale dell’Aquila. Lo sconforto è dato dal fatto che il boss ha portato con sé anche tutti i segreti legati alla sua vita e a “Cosa Nostra” che negli anni ha pianificato le più grandi stragi d’Italia e ha tolto la vita a centinaia di persone.

Tra queste c’è Agostino Catalano, membro della scorta di Paolo Borsellino che il 19 luglio 1992 a Palermo in via D’Amelio morì, per mano mafiosa, insieme al giudice e agli altri poliziotti.

Raggiunto da Fanpage.it Salvatore Catalano, fratello dell’agente ucciso, che risiede a Campobello di Mazara a pochi passi dal covo di Messina Denaro, commenta così il decesso dell’ex latitante: "Lui era il depositario di tanti segreti e purtroppo è morto troppo presto e per lui è stata una liberazione. È morto troppo presto perché dopo trent’anni di latitanza non ha fatto nessun tipo di carcere perché è stato curato. Per questo motivo io credo che il vincitore non sia stato lo Stato ma lui perché sono sicuro che voleva proprio quello che di fatto è avvenuto. Non c’è stato tempo per tentare di farlo pentire".

A casa di Salvatore Catalano sono tante le foto del fratello sulla libreria e a lui fa un certo effetto pensare che sia Agostino che Messina Denaro, adesso non ci siano più su questa terra. "Sono convinto che non si incontreranno nemmeno in cielo perché mio fratello sarà in paradiso a festeggiare con gli altri, lui no se esiste una giustizia divina, quindi non mi aspetto niente, solamente che i magistrati riescano realmente a capire cosa ci sarà dopo di lui o se si riuscirà a debellare definitivamente la mafia".

Qualche giorno fa il boss, prima che si aggravasse, mentre era ricoverato in ospedale all’Aquila ha compiuto un gesto che fino ad adesso non aveva mai fatto ovvero firmare le carte di riconoscimento della figlia Lorenza dandole così il suo cognome. “Questo fatto della figlia che ha voluto ed accettato il cognome – dice Salvatore Catalano – è strano, lei non lo voleva. Adesso per quale motivo ha voluto il cognome?”

Da quando Matteo Messina Denaro nella notte del 25 settembre ha perso la vita a causa della malattia, sui social, non appena appresa la notizia, molte persone hanno commentato dimostrando vicinanza ed esprimendo le condoglianze alla famiglia, anche con l’augurio che il boss possa “riposare in pace”. Salvatore Catalano non riesce ad accettare questo tipo di comportamento da parte della gente. "Questa è la nota dolente della vicenda. Qual è lo scopo di queste persone, farsi leggere e capire da qualcuno? Io sicuramente mi dissocio totalmente perché è una cosa brutta ed impensabile che ad oggi ci sia gente che compie queste azioni. Spero solamente che si rendano conto che se vogliamo realmente cambiare, dobbiamo cambiare internamente noi come prima cosa".

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