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Aeroporto di Catania chiuso per la cenere dell’Etna, i passeggeri: “I prossimi aerei? Tutti pieni”

I voli più vicini per le principali destinazioni non sembrano avere posto. Chi è rimasto a terra per l’eruzione deve pensare a restare in Sicilia ancora un po’.
A cura di Luisa Santangelo
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"Certo che questo posto è proprio… Sfortunato?". C'è sempre chi prende le cose con una risata. Anche all'aeroporto di Catania che quasi non aveva fatto in tempo a ripartire dopo l'incendio di metà luglio, che già è stato costretto a chiudere di nuovo. Per un giorno, fino alle 20 del 14 agosto 2023, stavolta per un evento che con l'uomo non ha niente a che vedere: l'eruzione dell'Etna.

Una fontana di lava terminata prima dell'alba, a cui però ha fatto seguito l'emissione di cenere che costringe l'aerostazione catanese a fermare i voli fino a sera.

"Prima l'incendio, poi questo". L'esterno e l'interno del Terminal A sono affollati di passeggeri. Alcuni sono poggiati anche sul telone bianco che delimita l'area sottoposta a sequestro dalla procura di Catania, dopo il rogo divampato nella notte tra il 16 e il 17 luglio 2023. "Dovevo tornare a Milano – spiega un uomo a Fanpage.it – Ma non ci sono voli liberi per Milano fino a venerdì. Quest'isola è difficile lasciarla, no?". E lui è fortunato: "Ero ospite da alcuni amici, ad Augusta, e torno lì. Menomale, perché in hotel non c'è posto da nessuna parte".

Una famiglia veneta, che sarebbe dovuta rientrare a Venezia con un volo a ora di pranzo, in realtà uno spazio su un aereo in partenza domani da Palermo lo aveva anche trovato: "Milleduecento euro, sola andata, per tre persone. Siamo matti?". Avevano stipulato un'assicurazione di viaggio prima di partire, la compagnia aerea li ha riprotetti su un volo in partenza tra due giorni, sempre dal capoluogo di Regione e non più da Catania.

"Ci sarebbe bastato sapere tutto un po' prima. L'Etna ha iniziato la sua eruzione ieri sera, no? Perché aspettare fino a stamattina per chiudere l'aeroporto, prima fino alle 13 e poi fino alle 20?". Lui ne fa una questione di comodità e di economia che gira: "Noi saremmo rimasti a Taormina: era meglio per noi, era meglio per Taormina, era meglio per la Sicilia". Invece così si sono spostati dall'albergo, hanno raggiunto Catania, speso diverse ore sotto il sole dell'aeroporto, in attesa di comprendere dove andare e, adesso, cercano un autobus verso Palermo e gli hotel che hanno contattato, per il momento, sono tutti pieni.

Peggio ancora va al gruppo di ragazzi e ragazze che, dalla Polonia, avevano trascorso in Sicilia le loro vacanze. Pensavano che oggi sarebbero stati di rientro a casa, quindi non hanno lesinato sul traffico dati dei loro smartphone: Instagram, TikTok, altri social. "E invece ci ritroviamo qui a Catania, con pochissima connessione rimasta e il prossimo volo per la Polonia parte lunedì. Ma pare che sia pieno anche quello", spiegano. E quindi che faranno? "La compagnia aerea dovrebbe sistemarci in un albergo per una settimana. Li stiamo chiamando, ma non rispondono al numero verde. Nessuno riesce a darci informazioni, davvero non sappiamo come fare. Sembra che le cose peggiorino di momento in momento".

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