Le finte vendite di auto con targa polacca: migliaia di euro per un’auto che non sarà mai tua

Numero di chilometri accettabili, condizioni buone, e disponibile ad un prezzo stracciato e già con targa polacca e un anno di assicurazione compreso: sembra il sogno di chiunque sia in cerca di una nuova automobile, eppure dietro questi annunci, veicolati soprattutto online e tramite i social, c'è l'inghippo. Come spesso accade per le offerte troppo allettanti, insomma. Perché, carte alla mano, un'auto con targa polacca non si può vendere e, di conseguenza, nemmeno comprare. A raccontare a Fanpage.it questo fenomeno, sempre più diffuso e strettamente collegato ai finti noleggio di auto con targa estera, è Alfredo Bellucci, consulente e divulgatore automobilistico, noto anche sui social col canale "Non prendermi per il chilometro".
La finta vendita di auto polacche
Basta fare una veloce ricerca sui social, in particolare su Tiktok, o sui siti specializzati in vendite, per trovare offerte e annunci in quantità, sia da privati sia da commercianti. Tutti con gli stessi particolari: "compreso un anno di assicurazione polacca". I prezzi sono in linea con quelli di un usato: 2.800 euro per un'Alfa Romeo 159 del 2006, 4.500 euro per un Qashqai del 2009. Ancora: 3.700 euro per una Panda del 2012 ("bisogna fare solo il passaggio che ha un costo di 100 euro") o 3.950 euro per una Lancia Delta 1.9 che ha addirittura, si legge, il motore nuovo e con meno di cento chilometri.
Il venditore, in questi casi, è il proprietario (o sarebbe meglio dire ex) che ha intestato la propria automobile ad una società polacca per poi rientrarne in possesso con la formula del noleggio, escamotage ben noto per risparmiare sull'assicurazione; non essendo più l'intestatario, ovviamente non può nemmeno venderla e, per questo, la precisazione: non ci sarà nessun passaggio di proprietà.

"Viaggiare in Italia con veicoli con targa di altri Stati dell'Unione Europea è possibile, ma devono essere inseriti in un registro specifico – spiega Bellucci – questi veicoli non possono essere venduti ma solo noleggiati". Nonostante gli annunci parlino inequivocabilmente di vendita, la realtà è quindi diversa: il compratore paga solamente il subentro al precedente contratto. L'automobile non diventerà mai sua, sarà soltanto intestatario di un contratto di noleggio, sempre stipulato con la società polacca, ed avrà pagato il prezzo di un'auto usata.
La convenienza, inutile negarlo, c'è: pagando il solo noleggio potrà dimenticarsi dei costi di assicurazione e, con un po' di fortuna, anche delle multe. Ma si tratta di una pratica che, in ogni caso, con la vendita non ha nulla a che vedere. "Il consumatore – spiega Bellucci – è tentato da questo presunto acquisto, ma in molti casi non sa che non comprerà mai il veicolo. Sarà sempre un utilizzatore, a cui verrà intestato un contratto di noleggio. Col rischio che qualcuno potrebbe reclamare da un giorno all'altro la proprietà di quel veicolo".
La truffa del motore fuso
Ma non sono soltanto i clienti a rischiare di restare fregati con le truffe, quando c'è in ballo la compravendita di un'automobile usata. Tralasciando la questione dei chilometri scalati, grande classico per "ringiovanire" delle vetture e renderle più appetibili (e quindi venderle ad un prezzo maggiore), Bellucci racconta una pratica su cui ha avuto numerose segnalazioni e che, con tutta probabilità, potrebbe essere una nuova truffa, questa volta ai danni dell'acquirente privato.
Il sistema è semplice quanto efficace: il sedicente compratore, accompagnato da un'altra persona, chiede di visionare l'automobile e di controllare che non ci siano difetti. Dopo il giro di prova, ad una seconda verifica, dal radiatore verrà fuori una sorpresa: sarà pieno di acqua e olio mescolati, come succede quando si brucia la guarnizione della testata. In realtà si tratta di un trucco: è stato lo stesso acquirente, o il suo complice, a versare dell'olio nel radiatore prima del giro di prova.
A questo punto scatta la trappola: il venditore è sorpreso da quello che ritiene un guasto che nemmeno lui conosceva e l'acquirente, accusando di volerlo truffare, si propone di comprare ugualmente, ma con un forte sconto. E, se la vittima non cede, può andare oltre: ha fotografato i documenti dell'auto, gli dice, quindi saprebbe come trovarlo.