Trent'anni da via D'Amelio, Sandro Ruotolo racconta depistaggi e bugie sulla morte di Borsellino
pubblicato il 19 luglio 2022 alle ore 07:24
Sono passati 30 anni dalla strage di Via D'Amelio dove un'autobomba uccise il magistrato Paolo Borsellino e gli agenti della sua corta. Appena 57 giorni prima era stato ucciso il suo amico e collega Giovanni Falcone. In quei 57 giorni, Borsellino non smise mai di indagare raccogliendo testimonianze e fatti, interrogando pentiti come Gaspare Mutolo, che parlò con lui degli infiltrati della Mafia nello Stato. Con Sandro Ruotolo ripercorriamo cosa avvenne a via D'Amelio e subito dopo la strage che costò la vita a Paolo Borsellino. Una storia fatta di agende scomparse, finti pentiti, depistaggi, interrogatori mai fatti ed ancora troppi misteri. "In ogni strage in Italia c'è stato un depistaggio, ma quello che avvenne con via D'Amelio fu emblematico" spiega Ruotolo. "Abbiamo avuto i pentiti di mafia, la malacarne, ma mai un pentito di Stato, perché?" si chiede il senatore.
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