Leptis Magna, gioiello dell'impero romano trascurato dalla Libia
pubblicato il 28 settembre 2021 alle ore 17:53
In molti sperano che possa rinascere e diventare fonte di reddito Roma, 28 set. (askanews) - Un tempo tra le più belle città dell'Impero Romano; oggi trascurata e abbandonata dai turisti a causa di anni di guerra. Ma secondo molti Leptis Magna, in Libia, potrebbe rinascere e diventare un'enorme fonte di reddito per il Paese. Pochissimi i visitatori, quasi tutti locali, che vengono ad ammirare le imponenti rovine del sito che è patrimonio mondiale dell'Unesco; finito però insieme ad altri quattro siti libici anche in una lista di luoghi in pericolo a causa delle violenze in Libia negli ultimi anni. Fondata dai Fenici e poi conquistata da Roma, Leptis Magna diede i natali a Settimio Severo, che fu imperatore dal 193 al 211. Le sue rovine arroccate su una collina, ben conservate, includono una grande basilica, un ippodromo e un teatro che ospita fino a 15.000 spettatori su terrazze affacciate sul mare. Ma mancano le risorse per scavare, scoprire, mantenere e soprattutto manca il sostegno da parte del governo. "Nel 2020 siamo stati in grado di avviare progetti che avrebbero dovuto essere fatti 50 anni fa - dice Ezzedin Ahmed Fagi, a capo del comitato di controllo di Leptis Magna - come la recinzione della parte orientale, l'installazione di strutture sanitarie, uffici amministrativi e infrastrutture essenziali all'interno dell'anfiteatro". "Che sia questo governo o i precedenti, prima o dopo la rivoluzione, nessuno si è preoccupato per la città anche se l'attenzione del governo dovrebbe essere concentrata interamente su questa città, perché è considerata una delle fonti di reddito nazionale, se conservata bene potrebbe creare posti di lavoro e attirare milioni di turisti". Ora, in periodo di tregua, la speranza è che il Paese possa guardare avanti e investire anche nelle sue bellezze. I pochi che già vengono qui, apprezzano: ups 5.00-5.11 "Quando si entra a Leptis si intraprende un viaggio nel tempo, è un tuffo nella storia", dice un turista libico.
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