India, 14 morti e 170 dispersi per crollo ghiacciaio himalayano
pubblicato il 8 febbraio 2021 alle ore 15:03
Persone intrappolate sottoterra, soccorsi al lavoro Milano, 8 feb. (askanews) - Almeno 14 persone sono morte e 170 sono considerate disperse dopo il crollo di un ghiacciaio himalayano su una diga sul fiume Alaknanda, che ha provocato gravi inondazioni nello stato indiano di Uttarakhand. Migliaia di militari indiani e membri delle forze paramilitari sono impegnati nelle ricerche. L'onda di piena provocata dall'impatto del ghiaccio franato si è abbattuta sulle sponde del fiume, spazzando via la diga idroelettrica di Rishiganga e abbattendosi sulla vallata del distretto di Chamoli. Almeno cinque ponti sono stati distrutti, mentre decine di case e altre centrali idroelettriche sono state danneggiate. Secondo quanto riferito dalla stampa locale, la maggior parte dei dispersi è costituita da persone che lavoravanoin due centrali elettriche locali. Questa mattina, intanto, gli sforzi dei soccorritori si stanno concentrando su un tunnel lungo 2,5 km dove si ritiene che molti lavoratori si trovino intrappolati. Al momento, comunque, non ci sono stati contatti vocali con i dispersi, ha precisato un funzionario. La causa esatta del disastro rimane poco chiara. Un gruppo di scienziati è giunto sul posto per determinare con esattezza se le inondazioni sono state causate da una rottura glaciale, una valanga o una frana sul ghiacciaio. Mentre alcuni hanno affermato che l'incidente mostra il crescente impatto della crisi climatica, attivisti e scrittori locali hanno invece accusato le autorità per la costruzione intensiva di dighe e infrastrutture idroelettriche lungo i fiumi dell'Uttarakhand e sulle montagne. Nell'area colpita dall'alluvione, sono in funzione 58 impianti idroelettrici lungo i fiumi e i loro affluenti. Inoltre è in fase di costruzione anche una nuova strada tra le montagne per facilitare l'accesso dei turisti al famoso tempio di Kedarnath di Uttarakhand. I lavori hanno comportato l'esplosione nelle rocce e lo scarico di fango e macerie nelle acque.
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