Cosa ci ha lasciato il terremoto dell’Irpinia nel 1980: un Paese che non ha pietà di nessun dolore
pubblicato il 23 novembre 2022 alle ore 08:20
Chi non c’era non può capire, chi c’era non può dimenticare quegli istanti infiniti che dividono lo smarrimento dalla paura. La vita si sgretola davanti agli occhi ancora pieni di lacrime sulle macerie di quel dolore. 23 novembre 1980, ore 19:34: la terra trema per 90 interminabili secondi. Una scossa di magnitudo 6.9, colpisce la Campania e la Basilicata causando 280.000 sfollati, 8.848 feriti e, e quasi 3000 morti. È il terremoto più potente degli ultimi 100 anni. Conza della Campania, l’epicentro del sisma, viene completamente rasa al suolo e ancora oggi, 29 anni dopo, sono visibili le conseguenze di quel disastro. Le province di Salerno, Avellino e Potenza sono tra le più colpite, circa 20.000 alloggi sono distrutti e mai recuperati, ma la ferita più profonda che logora le coscienze davanti alla sofferenza di chi ha perso tutto è il solito cancro inestirpabile del nostro Paese: quell’incubo chiamato corruzione che non ha pietà di nessun dolore.
Si ringrazia Prima Tivvù Canale 90 per la gentile concessione delle immagini storiche https://www.facebook.com/primativvu/
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