Jabil, 190 a rischio licenziamento: "C'è chi ha chiesto soldi agli usurai, famiglie intere rovinate"
pubblicato il 26 maggio 2020 alle ore 08:07
Sono 190 gli operai della Jabil di Marcianise (Ce) che rischiano il licenziamento. L'azienda, proprietà di una multinazionale americana, avevano usufruito delle 9 settimane di cassa integrazione decise dal governo in emergenza Covid 19, al termine delle quali ha deciso i licenziamenti, nonostante la pandemia sia ancora in corso. "Non è possibile che una multinazionale si senta al di sopra delle leggi - spiega Francesco Percuoco della Fiom di Caserta - chiediamo il ritiro dei licenziamenti ed il governo sostiene la nostra posizione, è stato proprio il governo ad imporre il blocco dei licenziamenti durante la pandemia". Tra gli operai c'è sconforto, tra quelli che rischiano il licenziamento ci sono intere famiglie, marito e moglie operai in fabbrica, oppure operai con famiglie monoreddito. Alcuni si sono rivolti agli usurai per poter avere i soldi per tirare avanti. Tra i licenziati anche Pietro Delle Cave, familiare di vittima di camorra. Suo suocero fu ucciso nel 2008 dal clan dei casalesi per aver denunciato i suoi estorsori: "Io voglio continuare a crederci in questa terra, a lavorarci come voleva mio suocero, non vogliamo cadere nelle mani della criminalità".
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