A Bergamo muore una persone ogni mezz'ora e i forni crematori non smettono mai di funzionare
pubblicato il 22 marzo 2020 alle ore 09:30
A Bergamo muore una persona ogni mezz’ora e i forni crematori non smettono mai di funzionare: “Come in guerra”
Contiamo le bare ripensando a quando ci dicevano che era solo un’influenza invece i morti continuano ad aumentare insieme al dolore che a ogni nuovo bollettino diventa una lama che perfora i nostri cuori. Quasi 800 morti nelle ultime 24 ore secondo il bollettino del 21 marzo diramato dalla Protezione Civile. “A Bergamo i morti cadono come mosche” è la frase che più mette i brividi, ripetuta da alcuni cittadini della provincia lombarda. Ci dicevano che morivano di Coronavirus solo persone con patologie pregresse eppure a Bergamo sono finite le lacrime quando abbiamo visto l’esercito trasportare decine di feretri fuori dalla regione, perché nei cimiteri non c’è più posto e passerà un tempo indefinito prima di dare ai morti una dignitosa sepoltura.
Contiamo le bare ripensando a quando ci dicevano che era solo un’influenza invece i morti continuano ad aumentare insieme al dolore che a ogni nuovo bollettino diventa una lama che perfora i nostri cuori. Quasi 800 morti nelle ultime 24 ore secondo il bollettino del 21 marzo diramato dalla Protezione Civile. “A Bergamo i morti cadono come mosche” è la frase che più mette i brividi, ripetuta da alcuni cittadini della provincia lombarda. Ci dicevano che morivano di Coronavirus solo persone con patologie pregresse eppure a Bergamo sono finite le lacrime quando abbiamo visto l’esercito trasportare decine di feretri fuori dalla regione, perché nei cimiteri non c’è più posto e passerà un tempo indefinito prima di dare ai morti una dignitosa sepoltura.
In questo crematorio di Piacenza, il forno non smette mai di funzionare, come in un incubo che porta alla mente ricordi di guerra: 25 funerali al giorno, 300 morti in due settimane, 1 ogni mezz’ora. Non numeri né semplicemente persone con patologie pregresse, ma mamme, papà, zii, nonni, che sono andati in ospedale e non sono più tornati, ma soprattutto hanno affrontato questa battaglia senza nessuno e sono morti soli senza poter vedere per l’ultima volta un figlio, un nipote, un amico. Ci dicevano che il Coronavirus in Italia non sarebbe mai arrivato e invece sfila davanti ai nostri occhi impotenti come questi carri armati, spazzando via ogni certezza dalle nostre vite.
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