Il medico italiano che morì per fermare la Sars e salvare i pazienti: la storia di Carlo Urbani
pubblicato il 11 marzo 2020 alle ore 19:21
È morto per fermare un'epidemia di Coronavirus e il suo sacrificio ha salvato migliaia di vite; Carlo Urbani è stato il primo medico a identificare la SARS, causata da un virus molto simile al Covid-19 e il suo contributo continua ad aiutarci anche in questi giorni difficili. Era il 2003 e lui da anni viveva in Oriente con la famiglia per realizzare il sogno che coltivava fin da giovane: difendere i diritti umani e l'accesso alle cure per tutti. Nella sua Castelplanio, paesino in provincia di Ancona, da ragazzo aveva dato sostegno alle persone disabili e con gli amici raccolto farmaci per portarli nei paesi africani. Poi si era unito a Medici Senza Frontiere e come infettivologo aveva iniziato a collaborare con l’OMS, trasferendosi ad Hanoi, in Vietnam, nel 2000. Ma 3 anni dopo un'ombra di terrore era calata sul Paese; tosse, febbre e strane polmoniti colpivano una persona dietro l'altra, senza che nessuno inizialmente ne capisse il motivo. Mentre la notizia di quell'epidemia diffondeva la paura anche nel resto del mondo, Carlo Urbani veniva chiamato come consulente OMS per il Sud-Est asiatico. Passò ore a esaminare un uomo d'affari che non rispondeva alle cure e l'intuizione che ebbe alla fine fu decisiva: quella non era una polmonite, ma una malattia mai studiata prima. Lanciò l'allarme al governo e all'Organizzazione mondiale della sanità, riuscendo a convincere le autorità ad adottare misure di quarantena. Poi salì su un aereo ma durante il viaggio qualcosa andò storto; si sentì febbricitante e comprese di avere contratto la malattia. Fino alla fine si preoccupò di fare del bene, ai colleghi accorsi dalla Germania e dall'Australia disse di prelevare i tessuti dei suoi polmoni per analizzarli e utilizzarli per la ricerca. Morì il 29 marzo 2003, dopo 19 giorni di isolamento lasciando la moglie Giuliana e i tre figli: Tommaso, Luca e Maddalena. Grazie alla prontezza di questo grande uomo di scienza lui e altri quattro operatori sanitari furono gli unici decessi in tutto il Vietnam, che fu il primo paese del Sud-est asiatico a dichiarare la SARS debellata. Secondo l'OMS il metodo anti-pandemie da lui realizzato rappresenta, ancora oggi, un protocollo internazionale per combattere questo tipo di malattie: "Sono cresciuto inseguendo il miraggio di incarnare i sogni. Ho fatto dei miei sogni, la mia vita e il mio lavoro.".
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