Coronavirus, i colleghi in Unilever: “Faceva mille cose, abbiamo paura che non si isoli il contagio”
pubblicato il 21 febbraio 2020 alle ore 16:17
Parlano i colleghi di M.M, il 37enne di Castiglione d'Adda contagiato dal Coronavirus e ricoverato in prognosi riservata all'ospedale di Codogno. Ai cancelli delle fabbriche la necessità di tenere il posto di lavoro prevale sulla paura di essere contagiati: “Ho moglie e figli non posso rischiare il lavoro”. Qualcuno ironizza: “Se mi chiamano al telefono, prima tossisco, poi rispondo”. Molti però mostrano tutta la loro inquietudine: “Giocava a calcetto, faceva i corsi alla Croce Rossa: come si fa a isolare il contagio”. Qualcuno, infine accusa l'azienda: “Non ci hanno dato mascherine e non ci hanno comunicato nulla”.
Alle 16:20 si ferma la produzione e arrivano i tamponi per i dipendenti.
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