Chi è Luca Castellini, l'ultrà del Verona ed esponente di Forza Nuova
pubblicato il 4 novembre 2019 alle ore 15:21
Luca Castellini è in queste ore sulle prime pagine di tutti i giornali nazionali. Luca Castellini viene raccontato come “capo ultrà della curva del Verona”, dunque – questa è l’equazione fatta – in qualche modo evidentemente a conoscenza dei cori razzisti e degli ululati rivolti ieri dagli spalti a Mario Balotelli, giocatore italiano e nero.
Luca Castellini, intervistato da Repubblica, minimizza. Dice: “non siamo razzisti” e “anche noi abbiamo un ne*ro in squadra”. Poi aggiunge che comunque “Balotelli non sarà mai del tutto italiano”.
Ma chi è, in realtà, Luca Castellini? E quanto dobbiamo credere alle sue minimizzazioni?
Luca Castellini non è solo ultrà della curva del Verona, ma è soprattutto esponente di spicco e responsabile di Forza Nuova a Verona, una delle città italiane dove l’organizzazione fondata da Roberto Fiore e Massimo Morsello, entrambi con condanne gravissime in tutti e tre i gradi di giudizio (Fiore condannato per banda armata e associazione sovversiva), è più forte.
Io incontrai Luca Castellini alcuni mesi fa, al Congresso della Famiglia a Verona, quello che vide la partecipazione di tutte le organizzazioni cattoliche ritenute più integraliste del panorama italiano. Oltre che di Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Incontrai Luca Castellini fuori dal Congresso e lo vidi entrare dentro, dopo una trattativa con gli organizzatori.
Incontrai Luca Castellini anche il giorno dopo, durante la manifestazione nazionale, e le parole che pronunciò non furono né moderate né scherzose, né tantomeno antirazziste. Prima si dichiarò d’accordo con una dichiarazione che avevo tratto dal Manifesto della Razza del 1938, poi argomentò su una presunta “sostituzione etnica dei popoli dell’Europa” per colpa di “immigrati e stranieri”.
Incontrai Luca Castellini fuori dal Congresso e lo vidi entrare dentro, dopo una trattativa con gli organizzatori.
Incontrai Luca Castellini anche il giorno dopo, durante la manifestazione nazionale, e le parole che pronunciò non furono né moderate né scherzose, né tantomeno antirazziste. Prima si dichiarò d’accordo con una dichiarazione che avevo tratto dal Manifesto della Razza del 1938, poi argomentò su una presunta “sostituzione etnica dei popoli dell’Europa” per colpa di “immigrati e stranieri”.
Per questo la curva del Verona ha fischiato Mario Balotelli: per il colore della sua pelle e dunque perché è nero e perché qualcuno usa il calcio come veicolo d’odio.
Diciamolo forte: Mario Balotelli non è stato fischiato perché “antipatico” o “avversario calcistico”. Gli ululati contro di lui, partiti dalla curva del Verona, come il verso della scimmia cantato e urlato, non sono stati una goliardata, ma un’espressione di razzismo, e come tale gravissima.
Diciamolo forte: Mario Balotelli non è stato fischiato perché “antipatico” o “avversario calcistico”. Gli ululati contro di lui, partiti dalla curva del Verona, come il verso della scimmia cantato e urlato, non sono stati una goliardata, ma un’espressione di razzismo, e come tale gravissima.
Ed è quanto meno strano che il capo ultrà ed esponente di Forza Nuova Luca Castellini non si sia accorto di (quasi) niente.
Saverio Tommasi
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