"Io sono buonista". Lettera a chi pensa che il Decreto Sicurezza Bis sia una cosa normale
pubblicato il 7 agosto 2019 alle ore 15:38
Ciao, mi chiamo Saverio e sono un buonista. Sono uno di quelli che non insegnerà mai alle proprie figlie che è vietato salvare persone in mare; io sono uno di quelli che racconterà loro la meraviglia di Carola, uno di quelli che una cartaccia in terra non si butta neanche se il cestino è lontano; e che una persona che affoga si salva anche se la nuova legge voluta da quelli che non hanno mai rischiato di annegare, prevede una multa il sequestro dell'imbarcazione e l'arresto del comandante.
Tu sai che i bambini arrivati qui con i barconi ricordano il loro viaggio per anni, e alcuni di loro conserveranno per sempre la paura del mare?
Io sono un buonista e non credo alle immagini dell'orrore per salvarci dall'orrore. Credo che sia necessario mostrare, ma non sono necessarie, sempre, immagini di morte.
Io sono un buonista e credo che la vita vinca anche nel racconto.
A Lampedusa arrivano bambini, donne incinta, donne che hanno partorito in barca, a volte arrivano donne morte con il cordone ombelicale arrotolato e il figlio ancora in braccio.
Un padre con il figlio sotto la maglietta, sulla sabbia, entrambi a faccia in giù. Aylan rannicchiano in avanti, con la maglietta rossa.
Per forza i bambini che arrivano vivi, poi odiano il mare.
Perché per arrivare a prendere la barca non attraversano la pineta ma il deserto.
Perché non partono la mattina dopo colazione e lavati i denti.
Perché al porto non si arriva di giorno lasciando casa, ma quasi sempre di notte da un centro di detenzione. E non sali scegliendo il posto, ma i più magri e quelli che pagano meno li mettono in stiva, dove talvolta manca l'aria e graffiano le pareti della stiva con dita a cui finiscono le unghie e muiono così.
Io sono un buonista e mi piace guardare il mare, immaginare i pesci e le sirene.
Io sono un buonista e mi piace fare il bischero nelle foto, i selfie e i ricordi, io sono un buonista e vorrei che tutti ne avessero di belli, di ricordi, mentre guardano il mare, e non il più grande cimitero del Mediterraneo.
Io sono un buonista e non credo alle immagini dell'orrore per salvarci dall'orrore. Credo che sia necessario mostrare, ma non sono necessarie, sempre, immagini di morte.
Io sono un buonista e credo che la vita vinca anche nel racconto.
A Lampedusa arrivano bambini, donne incinta, donne che hanno partorito in barca, a volte arrivano donne morte con il cordone ombelicale arrotolato e il figlio ancora in braccio.
Un padre con il figlio sotto la maglietta, sulla sabbia, entrambi a faccia in giù. Aylan rannicchiano in avanti, con la maglietta rossa.
Per forza i bambini che arrivano vivi, poi odiano il mare.
Perché per arrivare a prendere la barca non attraversano la pineta ma il deserto.
Perché non partono la mattina dopo colazione e lavati i denti.
Perché al porto non si arriva di giorno lasciando casa, ma quasi sempre di notte da un centro di detenzione. E non sali scegliendo il posto, ma i più magri e quelli che pagano meno li mettono in stiva, dove talvolta manca l'aria e graffiano le pareti della stiva con dita a cui finiscono le unghie e muiono così.
Io sono un buonista e mi piace guardare il mare, immaginare i pesci e le sirene.
Io sono un buonista e mi piace fare il bischero nelle foto, i selfie e i ricordi, io sono un buonista e vorrei che tutti ne avessero di belli, di ricordi, mentre guardano il mare, e non il più grande cimitero del Mediterraneo.
Il porto non è chiuso.
Le conchiglie in mare e non i cadaveri.
Ci avete tolto il piacere del gioco e avete iniziato dai bambini, ribaltando il vocabolario del giusto e dello sbagliato. Fra giocare e affogare, per gli altri, avete scelto la seconda.
Siete uomini banali, come vi definì Hannah Harendt. Io non so se una risata seppellirà il vostro odio. Però noi continueremo a credere negli abbracci, negli attracchi e nella resistenza attiva dei sentimenti. Perché sì, siamo buonisti, ma con due palle e due ovaie grosse così.
Saverio Tommasi
Le conchiglie in mare e non i cadaveri.
Ci avete tolto il piacere del gioco e avete iniziato dai bambini, ribaltando il vocabolario del giusto e dello sbagliato. Fra giocare e affogare, per gli altri, avete scelto la seconda.
Siete uomini banali, come vi definì Hannah Harendt. Io non so se una risata seppellirà il vostro odio. Però noi continueremo a credere negli abbracci, negli attracchi e nella resistenza attiva dei sentimenti. Perché sì, siamo buonisti, ma con due palle e due ovaie grosse così.
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